Libri Per Il Successo - Crescita Personale da Strada
Libri per il successo si presenta come un podcast dove si propone all’ascoltatore un libro che possa fornire spunti per migliorare la sfera personale e professionale. Ogni due settimana un libro- un argomento, una pillola pratica, se mettiamo insieme podcast dopo podcast nell’arco di un periodo ci troviamo ad assimilare una serie di strumenti che di danno una marcia in più. Ovviamente i libri vanno letti e questo programma è pieno di opinioni e aneddoti personali del suo autore, non intende essere un riassunto bensì una chiacchierata motivazionale con gli ascoltatori. #crescitapersonale #percorsodimiglioramento #selfhelpbooks #libriperilsuccesso
Episodes

Friday Feb 28, 2025
Friday Feb 28, 2025
Ringrazio i creatori del magnifico format - FORMATORI PODCAST - Daniele Cursi e Marco Vianello (che trovate su Spotify per ulteriori informazioni) per questa piacevole chiacchierata che condivido con voi, essendo relazionata con gli ultimi tre episodi del podcast dove si parla di apprendimento.
Buon Ascolto

Friday Feb 28, 2025
Moonwalking With Einstein - Joshua Foer #96
Friday Feb 28, 2025
Friday Feb 28, 2025
EPISODIO 96-
MOONWALKING WITH EINSTEIN
7 COLPI DI MACHETE https://www.amazon.it/Sette-colpi-di-machete/dp/B0CN8HYRT3/
SITO: www.libriperilsuccesso.com
COACHING: https://libriperilsuccesso.com/migliora/
TRANSCRIPT
Quando ero piccolino, dai 9 ai 12 anni, a cavallo tra le elementari e le medie, ricordo benissimo che finita la scuola si correva a casa a fare merenda e poi i compiti, subito dopo l’unica cosa che contava era uscire.
Cormano è un posto dove i tanti palazzi che la caratterizzano hanno un cortile annesso e tutti i giorni prendevo il telefono e chiamavo la mia combriccola di amici e loro chiamavano me per assicurarmi che qualcuno scendesse giocare a pallone.
io sapevo a memoria tutti i loro numeri di telefono di casa. E alcuni me li ricordo ancora oggi. penso che tra amici e familiari stretti ne sapevo almeno una 30 ina. Oggi fatico a ricordare il mio.
Credo che molti siano nella stessa situazione. Il rapporto con la memoria è cambiato in maniera trascendentale.
Abbiamo a disposizione tutta una serie di elementi esterni che fanno il lavoro per noi. I telefoni, le calcolatrici, il GPS ci dicono dove andare con precisione svizzera, prima tutti avevano gli atlanti autostradali nel ripostiglio dietro al sedile del conducente e arrivavano comunque a destinazione.
a che serve sapere che strada prendere, o che numero chiamare o fare una divisione se tutto sta a disposizione.
questo libera un grande spazio nella nostra mente, spazio che non usiamo perché è riempito dall’infinità di spazzatura deliberatamente confezionata per distrarci.
Ricordo inoltre che in prima superiore avevo un compagno di classe, che sapeva a memoria tutte le date di nascita dei calciatori di serie A, e non ne sbagliava una. situazioni simili ne vedevi a bizzeffe, di gente in grado di memorizzare e ricordare una grande quantità di informazioni.
Oggi è impensabile, quel ragazzino era rain main confronto al ragazzino di oggi, che però dal canto suo ha una maestria impressionante nell’usare tutta una serie di strumenti impensabili 20 anni fa. Ora entra su chatgpt e compone una tesina per la scuola di 50 pagine sulla Rivoluzione francese. Ma avrà capito perché è scoppiata?
La capacità analitica e il senso critico e l’ elaborazione dei propri pensieri sta svanendo. Che senso ha sforzarsi per risolvere un problema quando hai diverse alternative che lo fanno per te. Basta chiedere e ti arriva una risposta.
Tuttavia, immagina di svegliarti domani e non avere nessun supporto al di fuori della tua mente, cosa succederebbe?
oggi vorrei esortare chiunque a fare i conti con la propria memoria e provare a migliorarla anche di poco. L’obiettivo è, allenarla attraverso esercizi e una pratica quotidiana per riscoprire uno strumento poderoso all’ora di imparare nuove nozioni. Tutti voi potete diventare fenomenali nel ricordarvi qualunque cosa, è alla nostra portata, solo che ci siamo dimenticati come si fa.
Siamo all’episodio 96 di Libri per il successo, Crescita personale da strada. un podcast di Davide Mastrosimone, mi trovate sul sito www.libriperilsuccesso.com se vi iscrivete alla newsletter vi arriva il video corso di linguaggio del corpo direttamente alla mail, trovate inoltre il mio libro sette colpi di machete su Amazon.
Il libro dal quale prendiamo spunto si intitola Moonwalking with Einstant, di Joshua Foer. Titolo accattivante. E con questo episodio chiudo i tre che riguardano come imparare meglio, il primo era l’ascolto attivo, il secondo parlava della struttura dell’apprendimento e oggi vediamo la memoria.
Foer è un giornalista del New York times, gli venne commissionato un articolo su una competizione particolare che si svolge negli stati uniti. il campionato della memoria. Dove tutta una serie di personaggi eclettici si sfida all’ultimo sangue per diventare campioni. Quello che i partecipanti riescono a memorizzare ha dell’incredibile. serie di numeri, nomi, mazzi di carte guardandoli per poco tempo, un paio di minuti, e poi è in grado di ricordarsi la sequenza esatta.
Fanno cose che sono spaventose per la gente normale. Ma se tu chiedi a ognuno di loro come è vivere con una memoria stratosferica, pare che tutti rispondano che non hanno una memoria così speciale, o straordinaria, bensì che si allenano specificatamente per migliorarla.
Joshua Foer, l’autore, fu spettatore di questo evento tuttavia da fuori non si percepisce cosa provano e cosa fanno queste persone nella loro mente, per questa ragione decide di iscriversi per l’anno successivo, e si prepara facendo uso di una serie di tecniche che va studiando. E cosa succede l’anno dopo, che Foer vince il campionato alla sua prima partecipazione. Quindi non è solo uno che scrive di memoria bensì uno che la sa usare e pensate che ha un record, memorizzò 52 mazzi di carte in un minuto e 40 secondi, per la puttana.
Il libro ha tante tecniche, ve lo consiglio, vediamone alcune insieme, facendo delle considerazioni che come sempre un po' stanno nel libro un po' nella mia testa. Io vi do degli spunti poi ce da andare a studiare e praticare questi concetti se sono di vostro interesse.
Associazione visiva
Primo concetto, semplice, anche se spiegato spesso in maniera difficile. Se vuoi ricordati meglio qualcosa ci devi associare un’immagine. La memoria funziona meglio quando creiamo un’associazione visiva al dato che vogliamo memorizzare.
Immagina che vuoi ricordati un nome. È bello quando le persone che ti rivedono si ricordano il vostro nome, è il suono più dolce per una persona, stessa cosa vale quando voi ricordate il nome di qualcuno. È una soft skills questa. Chi dice- no io nomi non me li ricordo, male, male cazzo. I nomi vanno ricordati.
Pensate che dove faccio la spessa ogni tanto, ci sta un tizio al bancone dei salumi e formaggi. Questo si chiama Carmine, simpaticissimo, un giorno ci presentammo si ricordò subito il mio nome, quindi per un lungo periodo ogni volta che mi vedeva mi salutava calorosamente usando il mio nome. A un certo punto per qualche ragione sconosciuta ha cominciato a chiamarmi Marco. We marco, o marco come stai, marco mitico, marco number one.
E io ve l’ho detto sto a un punto nella vita che se vuoi chiamarmi Marco e ti fa piacere, fallo, per me non ci sono problemi. Anzi. Me ne sbatto i coglioni. Tuttavia, per gioco, per sperimentare, perché di matrice sono un deficiente, volevo provare a vedere che succedeva se all’improvviso pure io gli cambiavo il nome. Un giorno al suo ehhh Marco mitico number one, io gli rispondo, Giovà io so number two che tu sei number one. Gli cambiò la faccia, e rispose subito we io non sono giovà so carmine, e io non sono Marco so Davide…
Oggi entrambi sappiamo bene il nome dell’altro, non se lo dimentica più perché ora ci associa un evento o un ricordo visivo al mio nome.
un trucco, quando qualcuno si presenta, associalo a qualcosa. Io ricordo ancora il nome di uno che sostituisce il cibo nella macchinetta della palestra, un giorno mentre cambiava le barrette io chiesi se potevo farmi un caffè anche se la macchinetta stava aperta, e mi offrì il caffè, gesto di grande stile e gentilezza e non dovuto, al ché ci parlai un attimo, mi disse che si chiamava Michele e per me lui è e sarà sempre Michele macchinetta. Se lo rivedo tra sei mesi ti assicuro che mi ricordo il nome.
Al prossimo nome che vi ricapita associateci qualche tipo di immagine. Nel libro fa l’esempio di un tizio che di nome fa Robert Baker, Baker in inglese vuol dire panettiere. Fecero un esperimento tra due gruppi di persone e quelli che associavano il nome Baker con la professione del panettiere si ricordavano quasi tutti il nome.
Tecnica 2- Leggi con una domanda in testa. Questa è mia, nel senso, l’ho trovata da qualche parte presumo anni fa non in questo libro ma ve la voglio condividere.
ho centinaia di libri sparsi, dico sul serio io leggo sempre e ho anche molti più libri di quelli che ho letto, e non mi ricordo quasi nulla. Tu mentre leggi un libro ti stai già in quel momento dimenticando cosa cera scritto nelle pagine precedenti. Non ce niente da fare, penso succeda a tutti, a volte se leggiamo e pensiamo ad altro addirittura nella stessa pagina dove ci troviamo ci tocca tornare indietro, quanto fragile è la nostra attenzione.
E ho notato che se prendo un libro tecnico e leggo il capitolo se lo trasformo in una domanda, allora mentre leggo la mia mente è settata nel cercare la risposta e diventa più selettiva. Vi faccio un esempio apro un testo che parla di vendita e sto al capitolo che si chiama mantenere il tuo prezzo . Allora io lo trasformo, con la penna in – come si mantiene il prezzo, come si evita di fare sconti? E poi comincio a leggerlo. Succede una cosa, mentre leggo con questa domanda in testa, tutta la mia attenzione va nel trovare la risposta, e così facendo me la ricordo. Perché non mi interessa più imparare a memoria pezzi di un libro ma uso la mente per trovare risposte da un libro e me le ricordo. Provateci quando leggete testi come quelli che porto nel podcast, se state leggendo ventimila leghe sotto i mari è fuorviante farsi delle domande. Voi lo sapete di che nazionalità era il capitano Nemo? Non lo dice mai nel libro, la risposta si trova in un altro libro di Julius Verne.
Tecnica 3- Il nostro cervello in media si ricorda massimo 7 cifre, dopo la settima fa fatica. Questo non vuol dire che ci si riesca, il record se non ricordo male è di un personaggio che riuscì a memorizzare 83 mila cifre in sequenza in 17 ore. Io a volte apro il frigo e non ricordo che cazzo stavo andando a prendere.
ecco vi sembrerà una banalità, ma voi siete in grado di ricordarvi in sequenza 83 mila cifre per esempio. Come? Con un sistema, voi sapete contare vero? Quindi sai contare da uno a ottantatremila, te le ricordi 83 mila cifre in fila.
È una questione di avere un sistema un metodo. La tecnica che possiamo usare per allenare la memoria a ricordarsi sequenze di numeri è questa, facciamolo insieme, prendiamo un numero a caso 31042399231 ora, aspettiamo qualche secondo, e ovviamente ce lo siamo dimenticati, ma se creiamo una storia dietro quel numero la cosa cambia. 31042399, potrebbe essere una data ipotetica nel futuro, il 31 aprile del 2399 così inizia la storia, me la sto inventando, 231, 2 gatti tre cani e un maiale, per esempio, quindi il 31 aprile del 2399 sulla terra rimasero solamente 3 gatti due cani e un maiale. Io ora sta storia me la ricordo, se mi chiedi tra qualche ora o anche sta sera che numero era so scomporlo e riscriverlo. Quindi come esercizio per allenare la memoria, ogni mattina scrivete un numero di 10-15-20 cifre e andate aumentando, piano piano mi raccomando e create una storia usando numeri casuali, e provate la sera a riscriverla nella vostra mente e poi mettere su carta quella sequenza numerica. Vi assicuro che migliora la memoria con sto giochetto
Ultimo spunto -il palazzo della memoria
È una famosa tecnica dove tu cammini in un luogo che ti è familiare nella tua mente, può essere casa tua, la strada che ti porta al tuo ufficio, o un luogo che conosci alla perfezione. È si svolge così. Inserisci quello devi ricordarti all’interno di questa strada o nelle stanze della tua casa.
Sapete perché si dice in primo luogo quando cominci una conversazione, proprio per questa tecnica, perché inizi a parlare pescando l’informazione che avevi appoggiato nel primo luogo del tuo palazzo della memoria. E un'altra curiosità sempre usando le parole, in inglese argomento si dice topic, argomenti topics, ma sapete che vuol dire topicos in greco, vuol dire luogo. Il palazzo della memoria è una tecnica che si rimanda a un avvenimento accaduto nell’antica Grecia
un poeta Simonide di Ceo un giorno recitò le sue liriche a palazzo davanti a un pubblico variopinto, appena finì di recitare i versetti dopo un caloroso applauso e un’ovazione uscì dal palazzo e all’improvviso il tetto crollò dietro di lui senza lasciare scampo a nessuno solo al poeta. Quando provarono a capire chi ci stesse li dentro chiesero all’unico sopravvissuto, il poeta che la memoria la usava, fu di grande aiuto per riconoscere tutti i partecipanti morti schiacciati sotto le macerie, ricordandosi perfettamente chi stesse seduto davanti a lui e dove prima del crollo.
Si fa così, io devo per esempio parlare in pubblico per 40 minuti, so che ho un introduzione, una storia, o una domanda, che apre la mia conversazione, poi vado sul tecnico e racconto i cinque o sei punti salienti per poi finire con una conclusione del mio discorso. Come uso il palazzo della memoria, prima di tutto mi scrivo il mio discorso, prendo l’introduzione la associo all’entrata di casa mia, sto entrando in casa e trovo la mia bella introduzione, faccio due passi avanti e in salone sul tavolo appoggio la storia che introduce i miei argomenti, e successivamente metto un argomento in ogni stanza, non avendo un palazzo devo usare pure il cesso e la cantina, infine la conclusione la metto in giardino in terrazza o sul ascensore. E provo a ripetere il mio discorso tenendo bene in mente e visualmente nel mio palazzo della memoria ognuno dei pezzi del mio discorso perfettamente allocato in una stanza precisa. E vedo me stesso parlando dell’introduzione nell’entrata della casa, e successivamente vedo me stesso parlando del quinto punto seduto nel water del mio bagno. Associo un pezzo dio quello che devo ricordare a un luogo a me familiare.
È una roba potente questa, provare per credere
Ragazzi unire i puntini è fondamentale per imparare, ma i punti vi dovete ricordare dove stanno, quindi non affidate ogni elaborazione ai dispositivi esterni, provate a tornare in contatto con la vostra memoria perché è come se fosse un atleta al quale avete dato hamburger pizza patatine birra e gli avete fatto fumare 20 sigarette al giorno per anni, non corre più, rimetterlo a dieta, fatelo allenare, e rispolverate quel potere perché noi siamo la somma di quello che ci ricordiamo, e non ricordarsi un cazzo non è bello.
Grazie

Friday Jan 31, 2025
The Only Skill That Matters - Jonathan Levi #95
Friday Jan 31, 2025
Friday Jan 31, 2025
EPISODIO 95-
THE ONLY SKILL THAT MATTERS - JONATHAN LEVI
7 COLPI DI MACHETE https://www.amazon.it/Sette-colpi-di-machete/dp/B0CN8HYRT3/
SITO: www.libriperilsuccesso.com
COACHING: https://libriperilsuccesso.com/migliora/
TRASCRIZIONE DEL PODCAST
Oggi si può creare un video con immagini, testi una voce, solo usando dei sistemi automatici, prima dovevi scriverlo, tagliarlo editarlo elaborarlo, metterci un testo sincronizzato ed era un lavoraccio, ora lo fanno le macchine in autonomia
Basta poi guardarti intorno, caselli, supermercati, banche, sta succedendo, è davanti ai nostri occhi. Il progresso attuale va velocissimo, è un’onda che travolge tutto, ce da imparare a nuotare o per lo meno a stare a galla.
Ora, in questa nuova realtà che sta sorgendo come possiamo mantenerci sul pezzo, e imparare quello che ci serve, nel momento che ci serve. Imparare qualcosa che ancora non sappiamo di avere bisogno. Noi abbiamo questa capacità, possiamo ri-programmarci, ma serve un metodo, e oggi vi espongo due strumenti per migliorare la velocità e la profondità del vostro apprendimento. E una piramide che spiega come si fa ad imparare, questo è il secondo podcast sulla domanda che mi ero fatto qualche giorno fa, come posso imparare meglio? Abbiamo visto l’ascolto attivo, ora lanciamoci su questo libro di Jonathan Levi, intitolato – the only skill that matter - l’unica abilità che importa.
E di quale stiamo parlando? Dell’abilità di imparare
Pensateci nessuno ci insegna a imparare, ci danno in pasto concetti e informazioni, ma come si fa a gestirle.
Il libro offre molti spunti ma ne ho trovati tre di grande interesse. E ladies and gentleman e ecco a voi il primo.
Multi learning
Se vuoi imparare qualcosa di nuovo, aggiungi al tuo percorso un ulteriore abilità trasversale, qualcosa che possa darti un altro punto di vista. Per esempio, se vuoi imparare a giocare a tennis, prendi anche lezioni di ping pong, e lo so che non centra una sega ma ti una visione nuova e diversa di certe situazioni che puoi vivere nell’abilità principale che stai studiando. Se vuoi per esempio imparare una lingua, imparane due alla volta, mi rendo conto che sembri più complesso e controproduttivo ma paradossalmente è più facile imparare lo spagnolo se contemporaneamente impari il portoghese. Puoi trovare tante similitudini nelle lingue, una puoi aiutarti a ragionare meglio sull’altra. O per esempio vuoi imparare a suonare la chitarra, bene aggiungi al tuo percorso il pianoforte, o la batteria o il flauto il tamburo o quello che cazzo ti pare un altro strumento. Questo è un metodo brillante per accelerare l’apprendimento. il cervello è fatto di connessioni, il lavoro più emozionate che possiamo fargli fare è connettere informazioni e usarle tra di loro, questo porta a sviluppare la creatività. Conosco molta gente che ha tante informazioni, tanta cultura, dei nozionisti, sanno tanto ma non usano ne collegano quello che sanno con la vita di tutti i giorni né ci fanno nulla con quelle nozioni, il punto del multi-learning è collegare più apprendimenti per vedere cosa ne esce, è come fare un cocktail. Ti permette di trovare analogie, io per esempio ho studiato molti libri di vendita e poi ho aggiunto conoscenze sul linguaggio del corpo, le due abilità insieme sono una bomba.
Il modello a seguire è il seguente nella scelta delle vostre due materie, o sono
complementari o sono contrastanti, complementari per esempio studi esercizio
fisico e nutrizione, insieme hanno molto senso, o contrastanti studi filosofia e
data science, siamo agli antipodi, ma questi estremi possono darti molti spunti
nuovi.
se invece studio il comportamento dei maiali quando son in calore e il coreano
capisci che il multi-learning non serve a un cazzo. Ma penso che fin qui ci
arriviamo tutti., in entrambi i casi ottieni quell’effetto di collegamento delle
informazioni.
Un accortezza, separa i momenti di studio, la mattina appena sveglio
studi una materia mezz’oretta, la sera studi o pratichi l’altra, lascia uno spazio tra
le due non farle di seguito.
Brute force learning
l’apprendimento con la forza bruta, che vuol dire? Che andiamo a imparare un
concetto o una abilità usando tutti gli strumenti e le fonti disponibili. Lo
squartiamo, da tutti gli angoli, ci immergiamo completamente. bombardiamo il
cervello di informazioni provenienti da contesti diversi.
Questo metodo funziona, imparare è un viaggio e va affrontato attraversando
ogni tipo mdi terreno e clima, non si impara solo da un libro, quella è una piccola
parte del viaggio, quando io faccio un podcast oltre alla lettura del libro vado
sempre a vedere se l’autore ha fatto qualche intervista, qualche conferenza e me
la vedo, cosi facendo mi rendo ancora più conto di quali sono i pochissimi punti
importanti che vuole trasmetterci, e che poi io divulgo e trasmetto a voi, ma non
ce mai solo il libro. Se vuoi imparare una lingua, compri si il libro di grammatica e
il dizionario e l’eserciziario, ma poi ti devi mettere a sentire un podcast in lingua a
vedere film, a parlare con una madrelingua a farti un viaggio in quel paese, e così
lo impari, stai bevendo da tutte le fonti possibili.
Inoltre, questo metodo ti da la possibilità di migliorare la tua memoria su
quell’argomento perché vai a ripetere molte informazioni, la ripetizione porta a
trattenere le informazioni. Quindi, scegli un argomento, e cominci a fare un piano
combinando almeno 3 o 4 metodi di apprendimento diverso sul tuo argomento.
Visuale, pratico, auditivo e via dicendo.
La pirámide dell ‘apprendimento
guardate è facilissimo cadere nel tranello che ci porta a pensare di sapere molto
di più di quello che sappiamo, esiste una piramide uno schema capire i passaggi
dell’apprendimento, e unisce tutto quello che abbiamo detto fino ad ora, la
piramide la trovate cercando su internet bloom’s taxonomy, creata da uno
psicologo educativo Benjamin Bloom, e fatta da sei livelli e il più basso è quello
dove tantissimi studenti si fermano, ogni livello si appoggia a quello precedente,
e se li tenete bene in mente durante il vostro viaggio nell’apprendimento potrete
orientarvi, capire a che punto siete. è una follia sta cosa, tutta la mia
carriera scolastica è basata sul primo livello, per questo non mi ricordo un cazzo
di quello che ho studiato, non so più fare una divisione. Il livello più basso della
piramide si basa sul ricordarsi le informazioni, imparare a memoria, provi a
ricordarti i concetti per l’esame o per quello che ti serve e cosi facendo si ti ricordi
e lo passi ma poi ti dimentichi, quindi primo livello recuperi i dati e li memorizzi,
ma poi ce da passare al secondo livello che è quello di capirle queste
informazioni, non basta sapere che ce stata una guerra mondiale, ma vai a capire
perché è scoppiata, chiediti come scoppiano le guerre, perché ce stata una
rivoluzione in quel paese in quel periodo, è il perché che ti cambia, è il capire le
informazioni che tu memorizzi che ti permette di scalare questa piramide. Quindi
per esempio leggi un capitolo di un libro e lo riassumi, provi a elaborarlo con le
tue parole, fai un grafico, cerchi di spiegare a una persona quello che hai
imparato. È una fase questa di elaborazione dei dati che hai memorizzato. Terzo
livello l’applicazione. Usi le informazioni in qualche situazione reale, hai imparato
una tecnica di gestione del tempo, bene ora usala sul lavoro, applicala. Quarto
scalino, analizzare, hai capito, hai applicato, ora puoi analizzare e classificare le
tue informazioni, hai studiato due stili diversi di leadership e sei in grado
in questa fase di capire quale è meglio in base a determinate situazioni, non solo
usi le informazioni ma sai quando sono più efficaci, è come aver imparato a usare
la spada e l’arco e sapere quando il nemico è lontano usi l’arco quando e
vicino usi la spada, e non pensate che lo fa tanta gente, qui è pieno di persone
che lancia la spada e ti tira in testa l’arco. Quinto passo, Valutazione, ora puoi
esprimere un giudizio, difendere una posizione, supportare o meno una
teoria, hai un livello di conoscenza che ti permette di fare delle conclusioni, unire
i puntini di tutto quello che hai imparato e sapete qual è l’ultimo livello, è sempre
lo stesso, quello che vi vengo dicendo da sempre, è l’azione, l’ultimo è creare, la
punta della piramide è farci qualcosa con quello che impari, generare e creare
qualcosa di tuo che provenga da tutto questo sforzo, un progetto, un libro, un
podcast, un’azienda, cosa ci fai ora, questo è il punto più alto dell’apprendimento.
Scalare la piramide è difficile, ti sentirai stupido inadeguato senza conoscenza,
ma vai avanti nello studio, insisti e come andare in palestra dopo due settimane
sei come prima, ma poi inizi a mettere un peso in più, a fare una ripetizione in più e se continui arrivi a costruire un corpo forte e resistente, e la stessa cosa funziona con la mente.
Amici mettetevi a studiare qualcosa, iniziate a imparare usando queste informazioni per catapultarvi in una frequenza diversa dalla massa, sono pochi quelli che lo fanno e ve lo consiglio diventate esperti in qualcosa imparate bene perché ci servirà, non ce un cazzo da fare ci servirà per distinguerci, scegliete uno dei due modelli, il multileraning o il brute force leraning, e mentre lo state usando ricordatevi di non fermarvi al primo o al secondo livello della piramide, vi darà un vantaggio competitivo incalcolabile usare un metodo ogni volta che vi troverete davanti alla necessità di imparare qualcosa di nuovo, e ahimè, penso proprio che ci capiterà.
Gracias

Friday Jan 24, 2025
How To Listen - Oscar Trimboli #94
Friday Jan 24, 2025
Friday Jan 24, 2025
EPISODIO 94-
HOW TO LISTEN - OSCAR TRIMBOLI
7 COLPI DI MACHETE https://www.amazon.it/Sette-colpi-di-machete/dp/B0CN8HYRT3/
SITO: www.libriperilsuccesso.com
COACHING: https://libriperilsuccesso.com/migliora/
Trascrizione del podcast
Leggere libri di crescita personale può essere di grande aiuto; tuttavia, dopo un po' di tempo e quando ne hai letti tanti diventa sempre più complicato trovarne di validi, ne escono troppi, sono tutti uguali e stanno diventando di una banalità sconcertante, tanto che sto orientando le mie letture v erso degli argomenti precisi che completo con una serie di letture, per esempio: Come posso imparare meglio? Mi sono fatto questa domanda
Leggo molto e ascolto tanti contenuti audio e video ma non riesco a trattenere le informazioni nel modo che vorrei, per tanto mi chiedo come posso migliorare?
Ho selezionato tre strumenti, il primo è l’ascolto, il secondo tratta della struttura dell’apprendimento, quindi imparare a imparare, il terzo è la memoria, ricordarsi quello che ho imparato. Nei prossimi episodi toccherò questi concetti.
Quello che vedremo oggi è l’ascolto e lo facciamo con un testo che si intitola How to Listen, come ascoltare, scritto da Oscar Trimboli.
Credo che ascoltare in maniera attiva e profonda sia uno degli strumenti più potenti in assoluto per imparare. Dato che passiamo intere giornate a sentire gente che parla ma pochi di noi si impegnano ad ascoltare, ci perdiamo una marea di informazioni per strada, è come andare a un concerto di musica classica con le cuffie sulle orecchie e ascoltare musica rock, ogni volta che qualcuno ci parla noi mettiamo le cuffie e sentiamo un'altra conversazione. La nostra.
È intrisa nella cultura attuale un’idea completamente sbagliata su come influenzare le persone e su come dominare la scena ed essere carismatici, ed è parlando. Parlare è ovviamente un dono che molti usano senza ritegno, abusano di questo dono, tuttavia ascoltare è un super potere, che pochi scelgono di usare ma che tutti possiamo imparare
Siamo all’appuntamento 94 di libri per il successo- crescita personale da strada, un podcast di Davide Mastrosimone. Mi trovate sul sito www.libriperilsuccesso.com su amazon dove trovate il libro che ho scritto sette colpi di machete e se voolete il corso di linguaggio del corpo gratuito basta iscriversi alla newsletter del sito.
Ascoltare è qualcosa che si impara, è un’abilità e ha bisogno di pratica, di un processo, tutti pensiamo di essere molto bravi ad ascoltare, ma non è così.
ricordatevi una cosa, noi non miglioriamo in base agli obiettivi che ci poniamo, ma grazie al processo che ci porta a raggiungerli.
È sempre il processo che ha un impatto, non l’obiettivo. Ve lo dico con estrema sincerità, io non sono migliorato perché ho letto 100 libri di crescita personale sono migliorato perché li ho riassunti, ho estrapolato i punti chiave, li ho provati, ne ho scritto un testo di 15 minuti li ho raccontati in modo semplice a persone che ascoltano il podcast e ho mantenuto questo processo per 4 anni, è il processo che mi ha cambiato non l’obiettivo che era quello di leggere determinati libri. Il processo è la chiave del cambiamento, ricordatevelo. L’informazione non porta alla trasformazione, è quello che ci fai con le informazioni che ti trasforma.
Ascoltare rappresenta la volontà di cambiare opinione, di permettere a chi ti parla di inserire delle nuove idee nella tua mente, che possono arricchirti, ma la porta per farle entrare deve necessariamente essere aperta, altrimenti l’ascolto è pressoché inutile.
Analizziamo qualche numero.
In media riusciamo a elaborare 125 parole al minuto, ne riusciamo ad ascoltare 400 al minuto e possiamo arrivare a pensarne 900 al minuto. Sono numeri importanti per capire il discorso di oggi, cosa possiamo dedurre da questi numeri?
Il nostro pensiero è dieci volte più elaborato della nostra capacità di esprimerlo a parole, di conseguenza chi ascolta deve necessariamente andare oltre la parola, e ascoltare soprattutto quello che non viene detto. Dato che dalla nostra bocca esce solo un 11% di quello che sta nella nostra testa.
Abbiamo una capacità di ascolto quattro volte più veloce rispetto a chi parla, per tanto mentre una persona ci racconta qualcosa siamo predisposti ad anticipare, giudicare, criticare e distrarci in pensieri che non hanno nulla a che vedere con la conversazione. Analizzando i numeri è facile comprendere il motivo per il quale ascoltare profondamente e in maniera attiva è molto difficile, non è qualcosa di spontaneo, è qualcosa che devi fare.
Ci sono ahimè quattro atteggiamenti nelle persone che rovinano l’ascolto. Ognuno di noi può cadere in queste trappole
Il primo è l’ascoltatore drammatico, quello che ascolta solo le emozioni non quello che dici, ma quello che percepisce a livello emozionale e le trasforma in un dramma, vuole entrare nella tua conversazione e diventarne il protagonista, ascolta solo perché vuole partecipare e prendere il palcoscenico. Tu sei solo un mezzo che inizia una conversazione che deve diventare sua.
Per esempio, tu gli stai raccontando che hai un capo stronzo, e lui ti interrompe e dice, se pensi che il tuo sia stronzo allora non sai che cosa fa il mio, e parte
Se gli stai raccontando che tuo marito fa certe cazzate allora ti ferma e dice, se pensi che tuo marito è pesante, non hai idea di come sia il mio e parte.
Il secondo atteggiamento è quello di interrompere costantemente la conversazione, l’ascoltatore che interrompe vuole risolvere il tuo problema, tu stai raccontando e parlando lui ti ferma e ti dà una soluzione che non hai chiesto.
Ora torniamo a usare i nostri numeri. Tu parli a 125 parole al minuto, ma ne pensi 900, ma chi ti ascolta ha l’arroganza e l’impazienza di fermarti, pretendere di aver capito quel 900 che hai in testa grazie a quel 125 che butti fuori, e la matematica non mente, ha solo un 11% di possibilità di aver capito, hai più chance al casinò di vincere.
Il terzo atteggiamento è quello che troviamo di più in questo periodo, l’ascoltatore distratto. Lo vedi subito, non sa come è arrivato a infilarsi in quella conversazione e si distrae immediatamente, guarda il telefono, o l’iPad o il pc, non mantiene mai il contatto visivo, e quando gli fai una domanda durante la conversazione ti chiedono di ripetere quello che stavi dicendo perché erano completamente distratti dai loro pensieri. In famiglia, nel lavoro questa è la persona o l’atteggiamento più comune che possiamo trovare, fai una riunione con 20 persone uno parla 18 fanno i cazzi loro e uno solo ascolta e interrompe per fare una domanda che risolve il problema di chi parla. Senza che glielo ha chiesto.
Il quarto atteggiamento o tipologia di errore nell’ascolto è l’anticipo, voler anticipare il discorso, o la storia, tu stai raccontando di cosa ti è successo e la persona che hai davanti prova in tutti i modi di indovinare il futuro e come è finita la tua storia, si anticipa costantemente, e queste cose fanno spostare di nervi. Tu gli dici aspetta, no un attimo mo’ ci arrivo, vi è capitato vero?
Stesso discorso qui, solo conosci un 11% della storia, non puoi anticiparla, ma cè un'altra questione.
L’ascolto è situazionale, tu non ascolti un collega che ti racconta la sua serata alla macchina del caffè allo stesso modo o con la stessa attenzione che ascolti il medico mentre ti spiega le analisi del sangue, cosa che tra l’altro mi è appena successa, erano quindici anni che non le facevo per tanto non ho grande dimestichezza nell’interpretarne i risultati, non ci capisco una sega di tutte quelle sigle e percentuali della colonna ematologica, le ho portate dal medico, sono andato a malincuore a farmele spiegare, ho atteso nella saletta il mio turno e poi si è messo a guardarle e a raccontarmi l’esito, ammetto che mentre parlava avevo una certa inquietudine ero molto attento nonostante quel brivido freddo che mi passava sotto le palle, io provo sta sensazione quando vado dal medico.
Ora voglio farvi un esempio, un gioco, per questo ho esagerato un pochino la descrizione del momento, vi ho appena parlato di un medico che legge gli esami, che immagine mentale vi siete fatti di questo medico?
È un uomo, una donna, giovane, mezza età, come lo avete visualizzato in testa mentre parlavo, Ognuno di noi ha delle immagini molto precise anche se non se ne rende conto e quando una parla immagina la conversazione secondo questi canoni personali, ricordatevelo perché se uno di voi immagina il medico come un uomo di 60 anni con i capelli brizzolati un camice bianco, questo non significa che il medico della storia che vi stavo raccontando sia così, magari è una donna di 30 anni. Poi in sto caso era un brizzolato, Dove voglio arrivare, che la nostra mente quando ascoltiamo crea delle immagini mentali che non rappresentano necessariamente la realtà di chi vi parla.
Ora, quale di questi quattro gruppi vi da più fastidio?
Ognuno di noi ha la tendenza a entrare in uno di questi quattro gruppi, spesso quello che ci dà più fastidio è perché noi stessi lo facciamo.
Io ascolto, è tanto che ci lavoro, tuttavia la mia personale tendenza era quella di interrompere e dare soluzioni a chi mi raccontava il suo problema, le soluzioni che solitamente davo erano di tre tipi mandalo a fanculo, tiragli una testata o non il rispondere, non lo faccio più ma possiamo riassumere il mio comporsamento così.
Riflettici, a quale gruppo appartieni? E lavoraci
L’esperienza più profonda che possiamo vivere durante l’ascolto passa per dei livelli, se riuscite in qualche modo anche a superare il primo diventate immediatamente merce rara, pensate che un 80% delle persone non supera questa fase. Da dove si parte?
Da voi, il primo livello di ascolto parte da voi. Da quello che succede nella vostra testa quando qualcuno parla, se non fate altro che parlare con voi stessi è impossibile ascoltare. Se stai giudicando, o pensando ad altro, non stai ascoltando.
L’autore ci dà dei suggerimenti da applicare prima di entrare in una conversazione. Togliete tutte le distrazioni, se qualcuno vi parla, non guardate il telefono, abbassate il volume delle notifiche, o mettete il telefono in modalità non disturbare o in silenzio per lo meno, toglietelo di mezzo, è un gesto elegantissimo oggigiorno ed è una delle cose più drammatiche e tristi che vedo in giro persone che parlano a persone mentre guardano il telefono. Non lo fate, ci fa perdere di umanità questa cosa. Secondo, mantiene un contatto visivo, traccia una specie di triangolo che va dalle sopracciglia al mento, e non distogliere lo sguardo da questa zona del volto.
Un altro suggerimento, Esiste una connessione tra l’attenzione e il respiro, pensate che i Navy seals, questi soldati americani, usano una tecnica per concentrarsi prima di passare all’azione, ed è quella di respirare per 4 secondi, trattenere l’aria per 4 secondi e poi espirare 4 secondi, fatelo 10 volte, respiro 4 tengo dentro 4 e butto fuori 4, facciamolo insieme 3 volte giusto per provarlo.
Questo esercizio preparatorio a un ascolto attivo aumenta la capacità di attenzione.
Se riuscite a stare in silenzio nella mente quando qualcuno parla, già siete a un livello altissimo e questo vi permetterà di passare alle fasi successive, ovvero quando la vostra attenzione può andare non solo a ciò che vi stanno dicendo ma anche a come ve lo stanno dicendo, a che parole usano, a che gesti fanno, il linguaggio del corpo lo osservi solo se sei in silenzio, è troppo complicato e richiede tante energie ascoltare cosa dicono e come lo dicono che non puoi permetterti il lusso di distrarti. Ogni volta che avete una persona davanti se volete leggerla fatevi una domanda, cosa vuole che io noti questa persona? Perché tutti hanno delle maschere e vogliono togliersele te lo stanno chiedendo disperatamente, che tu possa notare cosa sta nascondendo quella maschera, di cosa si vergogna questa persona davanti agli altri, che aspetti tiene chiusi in una cassaforte, come posso aprirla. È il livello più profondo, che è quello di ascoltare tutto ciò che non viene detto, tu vuoi sentire il 90% che non viene detto per entrare in connessione con qualcuno o capire qualcosa che ti stanno dicendo o che stai ascoltando, anche quando vai a una conferenza o a una formazione tu vuoi leggere tra le righe, a noi interessa fino a un certo punto quell’11% che viene detto, vogliamo esplorare il resto, quello non detto, e tirarlo fuori al nostro ascoltatore. Il ruolo e la vera missione di chi ascolta è permettere a chi parla di far uscire quello che ha in testa, amici se riuscite a fare questo e ci si riesce succedono miracoli. La tua missione di ascoltatore è aiutare chi parla a capirsi e a formulare il suo pensiero interamente. Se riesci a estrarlo, è come trovare un diamante, ti arricchisce.
Ascoltando, capiamo quello che non riusciamo a dire
Grazie

Monday Dec 02, 2024
Crisi -Jared Diamond #93
Monday Dec 02, 2024
Monday Dec 02, 2024
EPISODIO 93-
CRISI - JARED DIAMOND
7 COLPI DI MACHETE https://www.amazon.it/Sette-colpi-di-machete/dp/B0CN8HYRT3/
SITO: www.libriperilsuccesso.com
COACHING: https://libriperilsuccesso.com/migliora/
Trascrizione del podcast
on leggo solo libri di crescita personale, anche perché come vi ho detto in passate occasioni serve fino a un certo punto, se non li applichi non serve a molto, e poi leggere sempre una stessa tipologia di libri ti rompi i coglioni.
Cè un autore che mi ha sempre accattivato, si chiama Jared Diamond, è famoso per i suoi saggi forse avete sentito armi acciaio e malattie, lui è un fisiologo e biologo evolutivo, massimo esperto mondiale di flora e fauna della Nuova Guinea, è un docente universitario in California e ogni suo libro è un viaggio che ti lascia qualcosa.
Questo è libri per il successo, crescita personale da strada, e siamo all’episodio 93 e parleremo del suo libro intitolato Crisi
La tesi è questa, che gli stessi strumenti che un individuo usa per uscire da una crisi personale possono essere applicati alle nazioni, che non sono altro che un gruppo di individui. Questa parte a noi non interessa, tuttavia nella parte iniziale del saggio fa un excursus su come si sviluppano le crisi e quali sono i fattori che ti permettono di uscirne.
Tutti noi abbiamo affrontato stiamo affrontando o affronteremo delle crisi. Alcune improvvise, altre graduali. Può essere un matrimonio che va in frantumi,, una perdita di una persona cara, un licenziamento, un disastro naturale un incidente. La perdita improvvisa della fede. E le conseguenze possono farci precipitare in uno stato mentale e fisico terribile.
Io faccio percorsi di coaching, utilizzo un metodo per impostare il gps della persona in questione verso un traguardo, oltre che condividere una serie di modelli di pensiero e di strumenti per districarsi tra i problemi di tutti i giorni, per vivere con più senso la propria esistenza. Fatto sta che la maggior parte delle persone che mi contatta lo fa perché attraversa un qualche tipo di crisi, al che ho pensato di affrontare questo argomento.
Crisi è una parola greca, significa scelta, decisione, per tanto possiamo pensare a una crisi come a un momento di verità. Un momento che rappresenta un punto di svolta tra la realtà che vivevi prima della della crisi e quella che ti tocca vivere dopo. Una crepa.
Quanto profonda e quanto dura questa crisi ha molto a che a fare con noi. Nessuno nega la crisi, sovente è inevitabile, è parte del gioco, ma noi come individui abbiamo la possibilità di controllare almeno in parte la nostra risposta.
Winston Churchill diceva -mai sprecare una buona crisi! perché amici quando finisce la tormenta sarete più corazzati, più forti, più consapevoli ma è importante superarla, perché altrimenti come spesso accade nella vita non avanziamo.
Quello che succede all’inizio di una crisi è una specie di sensazione di paralisi, i pensieri diventano catastrofici, pensiamo che tutta la nostra vita sia una merda, che noi siamo delle merde, che non funziona niente che va tutto a rotoli, ci è successo qualcosa di grave, e questo evento contagia ogni aspetto della nostra vita.
E allora che possiamo fare?
La risposta parte da un primo passo molto difficile, riconoscere di essere in crisi, e si perché se non ne prendiamo atto non possiamo uscirne. A volte è proprio quando riconosciamo di essere in crisi che una forza dentro di noi ci spinge a chiamare un terapeuta o a tagliare di netto le abitudini che ci stavano rovinando, ce sempre un momento chiave, dove tu riconosci che sei in crisi, senza quel momento nulla può succedere. Ad alcuni viene prima ad altri dopo quando toccano il fondo. Per esempio nelle mie sedute spesso chiedo alle persone come mai mi hai contatto ora, in questo momento della tua vita. Perché so che qualcosa si è mosso per iniziare un percorso con me, un passo lo hai già fatto, per tale ragione mi interessa sapere cosa si è innescato per contattare qualcuno.
Secondo- accettare la responsabilità personale. Tu riconosci che hai un problema, ma non basta, fino a che non smetti di dare la colpa di questo problema a qualcun’altro o a qualcos’altro non te ne puoi uscire. Stai vestendo i panni della vittima, cadi in un’autocommiserazione che non ti porta da nessuna parte, la vita è cruda amici, per tutti, non si salva nessuno qui. Cè sempre una parte del problema che puoi controllare, puoi scaricare tutte le colpa e passare la tua vita a fare la vittima, oppure ti rimbocchi le maniche e torni a vivere. Perché la terra continua a girare e il tempo a scorrere, e non si ferma per aspettarti. Le forze esterne non possiamo manipolarle o controllarle, o per lo meno io non so farlo, ci saranno sempre, ma le mie azioni rispetto queste forze sono mie e le controllo e posso scegliere se sorridere o piangere, se uscire di casa o ficcarmi nel letto se bere una bottiglia di vodka a una di acqua, se drogarmi o andare in palestra. Queste sono scelte. Spontaneamente e naturalmente non si cambia serve un colpo di volontà. Serve azione.
Prossimo passo - tracciare un confine. Le crisi sono contagiose, sempre usando l’esempio di una rottura col partner quello che succede è che tutta la nostra vita sembra grigia e fa schifo, ma tu hai ancora i tuoi amici, le tue passioni, il tuo lavoro, i tuoi viaggi, la tua salute, la tua famiglia, hai tante cose, ne hai persa una, bene metti dei paletti, argina la crisi e crea uno scompartimento. è importante agire in maniera selettiva, E purtroppo non lo facciamo, la crisi esonda e prende tutte le parti della nostra vita, è fondamentale arginarla e delimitarla a quello che è. Non a quello che pensiamo che sia.
Passo quattro- chiedere aiuto. Una volta che superi i primi tre livelli è il momento di alzare la mano e chiedere aiuto. Materiale, emotivo, fisico, psicologico, quello che sentite più necessario. Un fumatore ha bisogno di aiuto per smettere, può essere uno psicologo, l’ipnosi, l’ago puntura, i cerotti, le pastiglie…ma gli serve aiuto, uno che beve può trarre beneficio dei gruppi di riunione, appoggiandosi e condividendo con altri che soffrono la stessa situazione.
Chiedere aiuto è un atto di coraggio non di debolezza, dimostra la determinazione di uscirsene e spesso da soli è complicato. Parla con amici, familiari, professionisti, parla, non tenere dentro questa crisi o ti logora ti brucia l’anima, sputala fuori
Passo cinque- quando cominci a parlare e chiedere aiuto puoi applicare questo passaggio, che è usare gli altri come modello, perché ti svelo un segreto che non è cosi tanto segreto, quello che tu stai vivendo, qualcuno lo ha già vissuto e lo ha già superato, ci è passato ed è un unguento per lo spirito parlare con una persona che è uscita dalla tua stessa tormenta, puoi tirarci fuori un modello da applicare, cosa ha fatto questa persona, quanto ci ha messo, che ostacoli ha trovato, saperlo diventa un modello a seguire
Passo numero sei, la tua identità. Amici quello che fate quando non siete in crisi può fare la differenza. Non è la stessa cosa essere travolti da un dramma quando sia fisicamente sia mentalmente siete già a terra, vi distrugge, meglio farsi trovare in piedi. Se una crisi vi prende e voi credete in voi stessi, siete in forma, avete un ottima percezione di voi, avete degli obiettivi sentite che la vostra vita abbia un senso, avete una buona dose di amor proprio bhè non sarà la stessa cosa.
Per quello se in crisi non ci state lavorate per farvi trovare sani, forti sia fisicamente che mentalmente. Pensate a dover affrontare una guerra subito dopo una battaglia o durante altre battaglie. Le crisi sono parte della vita, fatevi trovare pronti, e farsi trovare pronti vuol dire che ogni santo giorno ce da fare qualcosa per voi, per la vostra salute mentale e fisica.
Settimo passaggio, avere una capacità di autocritica. Chiunque sia in crisi ha bisogno di pendere decisioni in maniera onesta, per quanto sia doloroso, di fare valutazioni reali, in base alle proprie risorse, alle proprie debolezze, ai propri sentimenti. essere in grado di valutare la realtà in maniera razionale. capire quello che siamo capaci a fare e quello che non siamo capaci a fare. Conoscerci a tal punto da poter innescare quei meccanismi che ci aiutano a riprendere il controllo delle nostre azioni e non scegliere il prossimo passo spinti dalle conseguenze della crisi ma dirigendo quel passo verso tutto ciò che ci fa stare bene.
Ottavo, le esperienze pregresse. Se sei già passato attraverso qualche crisi ti sentirai più fiducioso di poter affrontare quella nuova, e risolverla. Il valore dell’esperienza pregressa è uno dei motivi principali del perché le prime crisi sono terribilmente difficili da affrontare, pensate alla prima crisi amorosa, la prima rottura quando hai quell’amore innocente, adolescenziale e puro, e ti lasciano, è successo a tutti o quasi, vivi un inferno. Ti senti la terra crollare sotto i piedi, sei uno straccio, pensi che non passerà mai. Ma alla diciottesima volta che ti lasciano o che chiudi una relazione magari ci fai pure una risata. O per lo meno sai che dopo un periodo di tempo se ovviamente tu ci metti del tuo puoi tornare ad essere felice e innamorarti di nuovo, ma la prima volta non pensi questo, Cat Stevens ci ha fatto pure una canzone the first cut is the deepest, e il primo taglio è il più profondo.
Passo numero nove- Pazienza, la parola stessa ha un etimologia molto indicativa arriva da patire, da resistere al dolore spirituale e fisico, se hai quest’arma nell’arsenale superi tutto, sai benissimo che all’inizio ci sarà del dolore, ma il fatto di sapere che se riesci a tollerarlo e resistere poi quel dolore passa, si trasforma, allora hai anche la capacità di rimanere in piedi quando tutto prova a sbatterti per terra. Quindi datti del tempo. abbi pazienza e accetta che il dolore ti attraversi, non esiste un altro modo per farlo andare via.
Dieci, flessibilità. Più sei flessibile prima esci dalla crisi, se sei rigido sulle tue posizioni allora diventa difficile, se sei convinto che ce solo una modo di fare le cose e quel modo non avviene allora non esci dalla situazione attuale.
Perché non esplori altre strade, altre soluzioni, a volte quando mi è capitato di trovarmi davanti a un problema, solitamente mi do del tempo per risolverlo, se ce quel tempo, mi prendo tre mesi poi decido, ma in quei tre mesi esploro possibilità varie.
Io ci ho messo molto a smussare gli angoli del mio carattere, e mi rendo conto che affronto situazioni complicate con un animo molto diverso oggi, è come trasformarsi in acqua, sei più flessibile ti adatti entri da fessure che non ti potevi immaginare e in qualche modo superi il momento complicato più velocemente.
Le convizioni attorno a cui ruota l’identità di una persona, i vostri principi possono frantumarsi i un secondo, e quando ti tocca ricostruire la tua anima, puoi scegliere di cambiarla, è il momento di cambiare, di trasformarti in qualcosa di nuovo, non ricostruirti com’eri prima, approfitta della crisi per cambiare qualche pezzo.
Pensate a quante persone dicono - piuttosto che cambiare questa situazione muoio- meglio morto che- tutte ste frasi fanno emergere le vostre convinzioni e da questo poi dipende anche la velocità di uscita da una crisi. Se le tue convinzioni su come funziona la vita sono tali da non poter essere smosse davanti a niente possono complicarti il processo di risoluzione di una crisi.
Se vi sentite sopraffatti da una particolare situazione provate a sedervi, scrivere questi punti su un quaderno e fare una valutazione reale del vostro momento, prova a fare un check su quello che abbiamo visto oggi, hai chiesto aiuto, hai preso atto, hai delle convinzioni che puoi cambiare per uscirtene, stai facendo la tua parte?
alcune crisi lasciano cicatrici indelebili ma la pelle poi si richiude, rimane il segno ma non sanguina più, ci tocca andare avanti, dobbiamo andare avanti.
Non esistono i momenti belli senza aver provato sulla pelle quelli brutti, non puoi apprezzare una giornata primaverile, con un sole che ti scalda la faccia, l’odore dei fiori che germogliano, gli uccellini che cantano, non lo apprezzi se non hai camminato dentro una tormenta che spazza via tutto, uno non potrebbe esistere senza l’altro, è come leggere un libro che non ti permette di saltare le pagine, ogni riga va vissuta, perchè non puoi tornare a leggerla, quindi impara tutto quello che puoi. ci saranno capitoli che non vorrai leggere e che ti faranno disperare e piangere altri capitoli che non vorresti smettere di leggere esche ti rendono felice e pieno di gioia, ma è la tua vita e vale la pena di leggerla tutta.
Grazie

Tuesday Oct 29, 2024
Supercommunicators - Charles Duhigg #92
Tuesday Oct 29, 2024
Tuesday Oct 29, 2024
EPISODIO 92-
SUPERCOMMUNICATORS - CHARLES DUHIGG
Finalmente puoi ordinare il mio libro - 7 COLPI DI MACHETE https://www.amazon.it/Sette-colpi-di-machete/dp/B0CN8HYRT3/
SITO: www.libriperilsuccesso.com
COACHING: https://libriperilsuccesso.com/migliora/
Trascrizione del podcast
Immagina di trovarti davanti a un problema, una situazione inaspettata qualcosa che ti ha disturbato, generato ansia, tristezza, inquietudine, chi chiami per parlarne?
Pensaci un’attimo, quale persona tra tutte quelle che conosci è la prima che contatti al telefono o che vai a trovare per raccontaglielo.
Bene, questa persona è un supercomunicatore. Che è anche il titolo del libro di oggi scritto da Charles Duhigg.
cosa hanno di speciale queste persone? Che tipo di qualità possiedono, cosa fanno che puoi fare anche tu per diventare un comunicatore eccezionale.
Benvenuto a Libri per il successo, crescita personale da strada un podcast di Davide Mastrosimone, Episodio 92 .mi trovate sul sito www.libriperilsuccesso.com e vi ricordo che se vi iscrivete alla newsletter vi arriva il corso di linguaggio del corpo che ho fatto e mi trovate anche su Instagram e per chiunque fosse interessato trovate il mio libro su Amazon Sette colpi di machete.
Ora basta pubblicità per mi son rotto i coglioni pure io di farla.
Il mio periodo impegnativo sembra essere giunto alla fine e ora ritrovo finalmente lo spazio che mi serve per produrre i podcast, grazie a tutti quelli che mi hanno scritto e che mi hanno aspettato.
Questo è un episodio molto pratico. la maggior parte delle nozioni che vedremo potete immediatamente usarle nella vostra prossima conversazione. Anche oggi stesso
Io lo so chi chiamo, e guardate la persona che chiamate non è necessariamente un genio o qualcuno di migliore di altri, tuttavia ha una particolarità, è in grado di capire, di ascoltare ma soprattutto di connettere con quello che gli stai dicendo.
Vedete comunicare è connettersi con le persone, capirle, allinearsi alle emozioni di chi vi parla ed esiste un metodo una serie di accortezze per riuscire a farlo.
Vi faccio un esempio. Sarà capitato a chiunque abbia una relazione, viene la vostra fidanzata e comincia a raccontarvi quello che le è successo a lavoro, e ve lo racconta in maniera lucida, fotografia con mille dettagli, al che il macho alfa con un sorriso arguto, apre la bocca e comincia a dirgli quello che dovrebbe fare, e lei si incazza come un demonio.
Perchè?
Voleva solo raccontartelo non che tu lo sistemassi, quindi la tua compagna ti racconta un problema perché ha la necessità di buttarlo fuori di essere ascoltata e tu vai a tirar fuori il tuo cazzo di cacciavite per aggiustarlo. Sbagliato, molto sbagliato.
Cosa è successo? Che chi parla lo fa su un piano di frequenze precise e chi ascolta non le recepisce e risponde con frequenze di un piano diverso.
Numero 1- capire che tipo di comunicazione sta avvenendo.
Ne esistono solo tre, e un supercomunicatore capisce subito di quale si tratta, ed è in grado di rispondere con le frequenze corrette.
Abbiamo le comunicazioni pratiche - dove chi parla sta cercando una soluzione, dove si sta prendendo una decisione, è un piano razionale, logico, chi va a prendere i bambini a scuola oggi? Come pensi che dovremmo gestire i prossimi 6 mesi della casa che stiamo costruendo? La persona che ti parla vuole essere aiutata.
La seconda è la comunicazione emozionale, che tratta di come ci sentiamo, di come ci hanno fatto sentire, e di tutto quello che ha a che fare con le nostre emozioni, e qui chi parla vuole essere capito, in qualche modo abbracciato
Infine le comunicazioni più tipiche e comuni, sono quelle sociali, gossip, pettegolezzi vari, le lamentele le critiche e chi più ne ha più ne metta. hai visto quel coglione come mi guardava? Sono conversazione per capire chi siamo agli occhi degli altri, riguardano sempre il contesto sociale. E in questo caso la persona vuole essere ascoltata
Quindi abbiamo tre dimensioni, e nelle scuole americane riassumono questo in maniera fantastica, quando un piccolo bimbo si avvicina alla maestra lei gli chiede, se vuole essere aiutato, abbracciato o ascoltato
Un supercomunicatore capisce perfettamente quello che vuole l’altra persona
Provateci, usate questo modello, cercate di capire subito quale di queste tre conversazioni sta avvenendo davanti a voi. E guardate che in una conversazione possono coesistere tutte e tre, sta a voi adattarvi a quella che sta avvenendo in quel preciso istante
Numero 2. Fate domande
Un supercomunicatore fa dalle 10 alle 20 domande in più rispetto a chiunque altro, il potere di una conversazione ce l’ha chi fa domande non chi parla, questo è il segreto.
Le domande inoltre ti permettono di capire e confermare la dimensione della conversazione e quello che desidera il tuo interlocutore, io ci ho messo un pò a capirlo
Quante volte abbiamo fatto brutte figure davanti alle persone in momenti conviviali di socializzazione, perché parlavamo presto senza avere informazioni, senza aver fatto le domande giuste, dando opinioni che non ci erano state chieste,
anni fa feci una figura di merda colossale, ero a una cena tra tante persone e si chiacchierava sulle modalità di incontro delle coppie in questo epoca, e la conclusione era che la maggior parte si conosceva online, Tinder e roba varia o a lavoro, e quindi cominciarono un pò tutti a parlare di quanto fosse difficile mantenere una relazione sul posto di lavoro e io dissi questa frase, non avete mai sentito il detto tieni il cazzo fuori dal palazzo, frase bruttisima, rimasero tutti pietrificati perché tre di quattro coppie che stavano a quella cena lavoravano insieme. Quindi non me ne uscii proprio come un supercomunicatore, avrei dovuto fare qualche domanda in più.
fate delle domande, aperte, che non implichino una risposta si o no, o un dato, pensate a quanto è diverso mentre parli con qualcuno invece di chiedere dove sei andato all’università, a Bologna, cosa hai studiato, economia, la conversazione è bella e finita, prova a chiedere qual’è stato il momento più emozionante del tuo periodo universitario.
Quando ti sei trasferito per studiare ti ricordi come ti sentivi i primi sei mesi, da solo in una città nuova, come lo hai vissuto?
L’autore propone un esercizio, di chiedere quand’è l’ultima volta che hai pianto davanti a qualcuno?
Pare che generi una connessione esplosiva.
Se tu fai domande del genere tiri fuori dalle persone delle emozioni, dei ricordi, e ti colleghi, ma non basta fare domande, il passo successivo e riformulare quello che ti hanno detto con parole tue. Parafrasare
Magari stai litigando con la tua fidanzata o fidanzato e ti sta spiegando qualcosa che sente che le da fastidio un buon modo di connettere e formulare il pensiero con le tue parole e chiedere conferma di aver capito, tu mi stai dicendo che ti senti solo nella coppia perché non ti aiuto abbastanza nella gestione dei bambini, giusto? Cosa posso fare o cosa vorresti che facessi per sollevarti da alcuni di questi pesi?
Un esempio, e continua fino a che non vi capite, comunicare è capirsi, nient’altro, ma siamo cosi ossessionati a farci capire che ci dimentichiamo di capire gli altri, ed è solo capendo chi hai davanti che puoi aprire le porte di quella persona e permetterle subito dopo di capire te.
Io lavoro nella vendita e ogni tanto in passato ho fornito servizi, dove qualche piccolo problemino poteva capitare, magari si fondeva un microfono o mille altre situazioni e i clienti spesso venivano da me che ovviamente ci mettevo la faccia molto nervosi e arrabbiati io ste situazioni le ho vissute ogni tanto, la mia tecnica era questa dato che lui o lei era estremamente incazzata allora io mi incazzavo ancora di più, mi venivano a dire guarda è successo guarda che errore, e allora io partivo dicendo, si è inaccettabile, non è possibile, ma guarda tu che roba ora vado li e metto tutti in riga comincio a far saltare qualche testa e via dicendo, mi incazzavo, ma per finta, io mi incazzo veramente poco, e a quel punto succedeva una cosa bizzarra che il cliente si addolciva, vedeva me incazzatissimo e mi diceva ma dai non è poi cosi importante, e io continuavo.
Si addolciva perché mi ero allineato alla sua emozione, tu sei incazzato e mi incazzo anche io ma insieme te, siamo della stessa squadra, capisco il tuo sentimento e addirittura sto più incazzato io di te.
Non funziona sempre ecco, però ogni tanto me ne sono uscito bene.
Una altra tecnica è quella di rispondere con delle storie che possano essere compatibili con l’emozione che il tuo interlocutore sta vivendo.
senza dire ti capisco, o anche a me è successo, puoi dire, sai quando avevo 23 anni mi è successa questa cosa, e racconti, mostri vulnerabilità ti apri
Dunque, per riassumere
Prima capiamo che conversazione sta avvenendo, sociale, emozionale, pratica, e ci allineiamo. Poi facciamo domande aperte, che cercano in qualche modo di far affiorare delle emozioni, dimostriamo all’interlocutore che abbiamo capito e la connessione avviene.
Provare per credere, è un libro davvero utile, cambia tutto quando impari ad ascoltare e chiedere piuttosto che parlare e giudicare.
Pensate ho recentemente visto un film, a me piace il cinema, mi piacciono le storie, oltre a leggere sono un grande consumatore di film, Mentre leggevo questo testo ho visto un film che si chiama TRAP, parla di uno psicopatico un serial killer che va a un concerto e il concerto stesso è una trappola per acciuffarlo, lui ovviamente lo capisce subito ma lo fa grazie alle sue doti di comunicazione, se vedete sto film e fate caso a come sto pazzo si approccia alle persone è incredibile, fa tutte le tecniche che vengono insegnate per creare un collegamento immediato. Le chiama per nome, le fa stare bene, fa le domande giuste, poi va bho le ammazza però so dettagli quelli, magari per completare e approfondire questo episodio andate a vedere il film prestando attenzione a come il protagonista parla alla gente che ha appena conosciuto.
Imparate a comunicare, ad ascoltare a chiedere, avete il mondo come palestra, divertitevi allenatevi, se imparate a farlo passate su un piano completamente diverso, vi vedranno in modo diverso.
Datevi da fare, se volete cambiare quello che vi succede fuori cambiate dentro, imparate qualcosa di nuovo, e comunicare può diventare la chiave del vostro progresso, iniziate subito a mettere in pratica queste piccole tecniche che abbiamo visto insieme e poi mi fate sapere.
Un caro saluto e a presto

Wednesday Sep 11, 2024
Lo Zen E Il Tiro Con L'Arco - Eugen Herrigel #91
Wednesday Sep 11, 2024
Wednesday Sep 11, 2024
EPISODIO 91-
LO ZEN E IL TIRO CON L'ARCO - EUGEN HERRIGEL
Finalmente puoi ordinare il mio libro - 7 COLPI DI MACHETE https://www.amazon.it/Sette-colpi-di-machete/dp/B0CN8HYRT3/
SITO: www.libriperilsuccesso.com
COACHING: https://libriperilsuccesso.com/migliora/
Im Dong-Hyun, è un atleta della corea sud, è stato per un periodo il numero 1 al mondo nella disciplina del tiro con l’arco. Ha partecipato a tre olimpiadi vincendo l’oro a squadre, e ha battuto diversi record. Durante le olimpiadi di Londra nel 2012 ha stabilito un record di 699 punti con 72 frecce. Non ho ben chiaro che cazzo significa in termini pratici ma pare essere un qualcosa di formidabile.
Cosa rende questo arciere particolare? è praticamente cieco. E attenzione io ho detto olimpiadi non para-olimpiadi.
Lui distingue i colori, soprattuto il giallo che è il colore che si trova al centro del bersaglio. Questo non riconosce i volti, vede delle forme, ma a 70 metri riesce a distinguere e percepire debolmente il colore giallo del centro.
La domanda è la solita, come cazzo fa uno che è non vedente al 90% da un occhio e all’80% dall’altro a diventare per un periodo il numero uno al mondo nella disciplina del tiro con l’arco. Come cazzo fa? Come fai a non innamorarti di storie del genere.
Questo è libri per il successo- crescita personale da strada, siamo all’appuntamento 91, sono tornato, dopo qualche mese di pausa. Questo episodio ha molto a che fare con il fatto che mi sia fermato e vi racconterò i motivi di questo blocco di questa assenza.
Ero in volo da Shangai a Roma, e ho letto un piccolissimo libro di Eugen Herrigel, un tedesco, professore di filosofia, tra l’altro ha insegnato questa materia anche a Heidelberg.
Si intitola lo zen e il tiro con l’arco.
Oggi usiamo la parola ZEN in maniera insensata, credo che siamo immersi in una superficialità impressionante, uno sente una cosa, legge un titolo di giornale o vede un post o un reel su Instagram o Facebook e crede di avere tutte le informazioni necessarie per parlare di quell’argomento, l’ignorante sa molto, l’intelligente sa poco il saggio non sa niente, l’imbecille sa sempre tutto. la realtà è che nessuno sa un cazzo, ma tutti parlano di tutto, lo trovo drammatico. Fatto sta che sento spesso dire questa persona è molto zen, MA VAFFANCULO.
Che vuol dire raggiungere lo Zen, come si pratica, come possiamo noi persone occidentali con una vita frenetica e molto simile a un criceto su una ruota che gira sempre sullo stesso posto, come possiamo applicarlo, e inserire nella nostra esistenza un metodo, un modello di pensiero di approccio nuovo, che possa poi estendersi e contagiare altre aree della nostra esistenza. Rimaniamo dove siamo, ma cambiamo il modo di vedere quello che ci circonda, questo è l’obiettivo di oggi.
Prendiamo spunto dal libro lo zen e il tiro con l’arco di Eugen Herrigel
Il caro Eugen nel 1924, quindi un secolo fa, ebbe la possibilità di trasferirsi in Giappone per insegnare filosofia all’università imperiale di Sendai, e visto il suo grande interesse per il mondo e la cultura orientale e lo Zen decise nel tempo libero insieme a sua moglie di dedicarsi a questo e lo fece attraverso una delle discipline più mistiche del Giappone, il tiro con l’arco, una dottrina che in giapponese si chiama Kyudo.
Ora dobbiamo comprendere che qui si parla di disciplina non di sport, in senso tradizionale, questa è un arte marziale, trascende dalla battaglia, un rito, non è mirata a una competizione al raggiungimento di un risultato, l’arciere prende di mira se stesso, è una questione di vita o morte, di crescita di evoluzione.
E lo zen si può raggiungere affidandosi a dei maestri che ti accompagnano in attività come appunto il tiro con l’arco, ma ce anche la spada, o l’arte della disposizione dei fiori, ognuna di queste non ha un fine esteriore bensì interiore, ed è un mezzo per arrivare a raggiungere un distacco una coscienza e una consapevolezza che può successivamente diventare parte dell’identità della persona che si prende la briga di dedicare degli anni a un processo del genere.
L’uomo occidentale davanti a questi concetti rimane di sasso, non capisce perché non dovrebbe esserci un risultato un premio un punto di arrivo, è un libro estremamente difficile da comprendere per una mente abituata ad arrivare da qualche parte. Vedete lessi da qualche parte una frase, l’uomo occidentale quando vede un fiore meraviglioso tende a raccoglierlo, quello orientale ad ammirarlo.
un arte senz’arte, a un tiro che non è un tiro, e l’arciere diventa sia la freccia sia il bersaglio, il maestro diventa allievo, l’allievo diventa il maestro. Il principio la fine, la fine il principio. tutto si concentra in un unica essenza, è disorientante. Non si capisce un cazzo se lo leggi, lo capisci se lo fai. Alcuni principi nella vita si possono comprendere solo con l’esperienza.
L’arco e la freccia sono dei mezzi, e di mezzi ce ne tanti e ognuno di noi può trovare il suo anche subito, deve essere qualunque cosa che non abbia un fine, ma che richieda un processo di apprendimento, un rituale. Delle ripetizione, fare tante volte la stessa cosa lo stesso processo fino a diventarne parte.
Il libro racconta 6 anni di esercizi e di apprendimento di quest’arte. Personalmente mi ha permesso di sbloccarmi e tornare alle origini del mio progetto. Perché avevo sbagliato strada, sai anche se non te accorgi se sposti di un minimo la tua direzione in un viaggio lungo poi ti ritrovi parecchio fuori strada.
Se un aereo si sposta di un grado in un viaggio di 10 mila chilometri può finire tranquillamente in un paese diverso da quello che era la sua destinazione, ma senza manco accorgersene. Ecco sono andato un pò alla deriva dopo la pubblicazione del libro 7 colpi di machete. Ho avuto un periodo mediatico, presentazioni firme dei libri foto, richieste di qui e di li, radio televisione…e sapete che sia è successo, che invece di dire, ecco finalmente 4 anni di lavoro sono arrivati a centrare il bersaglio, io ero quella freccia scagliata verso un punto e ora è il mio momento.
Cosi mi hanno detto tutti quelli che avevo intorno, vai spingi prendi tutto. a me ha creato un effetto diverso, mi son sentito sballotato, snaturato e molto lontano da quello che era il mio reale obiettivo, e sapete qual era? Nessuno, questo è progetto che per me non richiede un punto di arrivo, è il mio tiro con l’arco e ha avuto degli effetti impressionanti sulla mia esistenza fare il podcast, e andare avanti per la direzione che stava prendendo il progetto significava trovarmi in un posto che non è il mio.
Per tanto invece di battere il ferro finché era caldo di approfittare quell’onda, mi sono fermato, mi sono rifugiato dei mesi a riflettere e poi come spesso capita mi trovo in mano un libro che prende le vesti di un messaggero mi fa capire quello che sta succedendo. Ora posso tornare a dedicarmi al processo, che è quello che voglio. Rimanere uno studente.
Herrigel viene accettato da uno dei maestri più famosi del Giappone Kenzo Awa. O ava, o che cazzo ne so io come si pronuncia. Dunque l’arco giapponese è un bel dito in culo, perché è lungo circa due metri, e se tirato al massimo richiede una forza e una tecnica molto precisa per tenerlo in mano, tra l’altro viene sostenuto sopra la testa non è come il tiro che vedete solitamente dove l’arco quando scocca la sua freccia viene tenuto all’altezza delle spalle nella dottrina del Kyudo si tiene in alto l’arco ecco perché è cosi importante imparare a tenderlo nel modo giusto, altrimenti diventa uno sforzo insostenibile.
Richiede una serie di accorgimenti per arrivare a un punto dove si utilizza senza sforzo, se ti stai sforzando non sei sulla strada giusta, va fatto con la massima naturalità, il maestro dice- diventa come l’acqua che adeguandosi a tutto, a tutto è adatta. Questa frase mi ha colpito particolarmente, adeguati a tutto e tutto diventa adatto a te.
La dottrina del tiro con l’arco la domini quando il tiro diventa un non tiro, quando arrivi a scoccare la freccia senza pensarci, senza nessun tipo di sforzo ne tanto mento pensando all’esecuzione o al bersaglio, diventa un atto totalmente naturale.
Il libro racconta gli stenti i sacrifici la difficoltà di arrivare a un certo livello nella dottrina, durante la lettura si estrapolano tantissimi messaggi tante lezioni ed eccone alcune.
un giorno l’allievo scocca un tiro semi perfetto, respirazione, precisione naturalità, e il maestro gli dice due cose che ho ritrovato spesso nella mia vita nel mio percorso, la prima è quella di non esaltarsi ne di credere di essere diventato bravo quando vivi un successo ma al tempo stesso non sentiti una merda se vivi una sconfitta, sei sempre la stessa persona quello che conta è il processo che metti in atto, e successivamente gli dice se devi percorrere 100 miglia, quando arrivi a 90 miglia sei a metà. E questo è un dato di fatto, l’ultimo scalino di qualunque attività quello che ti porta alla perfezione all’arte senza’arte al tiro senza tirare richiede esattamente lo stesso livello di tempo e sforzo che tutto quello che hai fatto fino a quel momento. Arrivato a 90 Sei solo a metà.
Un’ulteriore lezione è l’importanza di un rituale di connessione prima della vostra attività, può essere preparare il materiale pulirlo e tenerlo pronto, se dovete scrivere per esempio sistemare la scrivania lasciare solo lo stretto necessario, prepararvi un bel caff e poi mettervi sotto, un rituale preparatorio all’azione. Che vi connetti con quello che state per fare, un modo di entrare nelle giuste frequenze, una meditazione pratica. Un pò di respiro prima di partire.
Ma per quanto mi riguarda la lezione più cruciale di questo libro è il totale distaccamento dal risultato finale, per me è miracoloso quello che succede quando vivi senza l’ansia del risultato.
e vi propongo un esercizio. Trovate un attivista dissociata da un risultato, sceglietela voi, quando parlo di risultato intendo un obiettivo finale, devo perdere chili devo guadagnare soldi devo devo devo, no processo, perché se l’esecuzione del processo è corretta la freccia arriva al bersaglio, o meglio il bersaglio arriva alla freccia.
puoi imparare a suonare il violono, a curare dei bonsai, a imparare a fare l’uncinetto, qualunque cosa che ti permetta di partire da zero, di imparare e perfezionare un processo senza l’ansia del risultato dei tempi ne pressioni di nessun tipo, magari affidando a un maestro un insegnante o anche da soli, l’importante è trovare in una vita cosi frenetica e devota al risultato all’immagine estetica e materialistica al conto in banca alla posizione trovare qualcosa che trascenda tutto questo e vi insegni sulla pelle come potete ottenere un cambiamento iniziando a fare qualcosa senza la necessità di arrivare da nessuna parte. Non sottovalutatelo.
E quando vi dico che il podcast ha significato questo per me ho un motivo pensate che negli ultimi mesi oltre a questo blocco che ha chiuso un ciclo con il libro e mi ha richiesto del tempo per ossigenarmi ho avuto un trasloco internazionale e un cambio di lavoro, di carriera, due eventi estremamente importanti e sapete cosa è successo, nulla, entrambi sono state freccie o bersagli che sono arrivati in maniera naturale senza sforzo ne resistenze o attriti, vi assicuro che 4 anni fa senza avere questa esperienza del processo del podcast io avrei vissuto questi eventi in maniera molto più traumatica, ansiosa, nervosa, distruttiva, e il distacco dal risultato che ormai è parte della mia identità ha contagiato anche le altre aree della mia vita.
Per quello vi consiglio di trovare qualcosa pre 2-3-4 anni che portate avanti in silenzio in maniera discreta personale intima, e che vi porti a prefazionare un arte senza la necessità di ottener e qualcosa, e quello che accadrà è proprio il contrario otterremo tutto, un metodo un modello e una sicurezza in voi stessi
Vedete quando un uccellino si appoggia a un ramo non ha paura che il ramo si spezzi, lo diceva un famoso psicologo spagnolo, l’uccellino fa affidamento sulle sue ali, non sul ramo, noi invece facciamo il contrario pensiamo costantemente al ramo, Oddio se si rompe oddio cosa farà non posso spostarmi perché ora pare che regga e ci dimentichiamo completamente di avere delle ali, lasciamo passare opportunità per la para di cadere, non cambiamo situazioni drammatiche che viviamo a livello personale o professionale, per quello è fondamentale ritrovare quella connessione con le ali, col distaccamento dal risultato ma con l’immersione nel processo che ci permette di spostarci da un ramo all’altro facendo affidamento su noi stessi e non sulla stabilità del ramo, è arrivato il momento di spiccare il volo.
Grazie
MUSICA: 'Helios' by Scott Buckley - released under CC-BY 4.0. www.scottbuckley.com.au

Friday May 31, 2024
7 Colpi Di Machete - Davide Mastrosimone #90
Friday May 31, 2024
Friday May 31, 2024
EPISODIO 90-
7 COLPI DI MACHETE -DAVIDE MASTROSIMONE
Finalmente puoi ordinare il mio libro - 7 COLPI DI MACHETE https://www.amazon.it/Sette-colpi-di-machete/dp/B0CN8HYRT3/
SITO: www.libriperilsuccesso.com
COACHING: https://libriperilsuccesso.com/migliora/
TRASCRIZIONE PODCAST
Un pò di tempo fa lessi una storia che mi fece pensare molto. Durante un incontro tra intellettuali in Inghilterra fecero una domanda, che libro ti porteresti su un isola deserta?
Erano presenti delle menti brillanti e cominciarono a rispondere. Alcuni citarono libro molto densi, lunghi da leggere, classici tipo Moby Dick, Guerra e Pace.
La maggior parte disse la bibbia, un paio di persone con uno spiccato senso dell’umorismo risposero Robinson Crusoe
Ma poi venne il turno di G.K. Chesterton, un famoso scrittore britannico, molto religioso, e tutti si aspettavano anche da lui la stessa risposta, la bibbia, ma ne arrivò un altra
E fu questa- Thomas’s Guide to practical ship building.
La guida di Thomas per costruire una barca
Questo è un vecchio libro, nella prima parte spiega con estrema praticità e dettaglio come costruire gli utensili che servono per fare una barca, usando materie prime solitamente presenti nelle isole, legno, pietre, radici, liane, erbacce varie intrecciate, quindi innanzitutto ti fornisce gli strumenti per costruire, successivamente si concentra su come creare una barchetta, ovvio che non puoi fare un galeone ma una zattera o qualcosa di simile.
L’ultima parte del libro spiega come navigare in mare aperto orientandosi con le stelle.
Ora, perché vi racconto questo, è una metafora molto importante per me, mi da la possibilità di spiegarvi perché ho scritto un libro e perché ho scritto questo libro.
La maggior parte delle persone, seguendo la storia che vi ho raccontato, sceglieva libri lunghi, cercava una distrazione, tu leggi guerra e pace e poi una volta che lo hai finito cosa fai, lo rileggi, ma poi ti rompi i coglioni, ti annoi
Se invece scegli la bibbia, puoi pregare, puoi affinare la tua parte spiritual e religiosa, ma tendenzialmente quello che stai facendo è aspettare un intervento divino, una provvidenza, un qualcosa che viene da fuori e ti salvi
In questi due casi abbiamo un gruppo di persone che cerca distrazioni, e un altro gruppo che aspetta che qualcosa succeda.
A parer mio questi due gruppi hanno possibilità minime di salvarsi sull’isola. Se ti distrai il tempo passa e prima o poi muori di stenti, se preghi che qualcosa succede magari si passa una nave da lontano, possibile ma improbabile.
Invece la risposta di Chesterton è qualcosa di completamente rivoluzionario. Se tu hai quel libro il tempo che passi sull’isola lo usi in modo diverso rispetto agli gruppi, hai un obiettivo, hai una speranza, hai una missione e gli strumenti per portala a termine. Potrà andarti bene o male, ma ci stai provando
Penso che quando sorga il sole, questi tre gruppi si svegliano in maniera molto diversa tra loro.
il libro al quale ho lavorato per diverso tempo è arrivato alla sua conclusione
Siamo all’episodio 90 di libri per il successo, un podcast di Davide Mastrosimone, mi trovate come sempre sul sito www.libriperilsuccesso.com
Oggi voglio solamente informarvi dell’uscita del mio libro
Si intitola- 7 colpi di Machete. Editore Trefgolie
Non sono uno scrittore, ma da 4 anni scrivo i testi dei miei podcast con in mente una sola cosa, chi ascolta. Quindi tendo sempre a essere minimalista, essenziale, colorito, anche perché non voglio annoiarvi. E non voglio annoiarmi.
È stato un lavoro molto estenuante, difficile, duro, e ammetto che oggi non provo entusiasmo ma liberazione, non ho goduto nel farlo ma ho provato dolore, stanchezza, difficoltà, è stata una salita. Sono abituato col podcast ed essere minimalista, breve, a fare un movimento muscolare di chiusura di riduzione mentre fare un libro era il movimento contrario, aprirsi, scavare, elaborare, e non ero affatto preparato.
Ho provato metaforicamente a scrivere un testo simile a quello scelto da Chesterton. Perché tutti noi viviamo in una nostra isola deserta, e molti si sentono persi e finiscono per distrarsi o per aspettare che qualcosa succeda. Bene io voglio darvi gli strumenti per costruire la vostra zattera e provare a lasciare l’isola e navigare
I sette colpi di machete sono questo, un viaggio verso l’interno, un cambio di identità, un metodo che vi porta ad alzarvi lai mattina e costruire la vostra zattera
È un libro molto piccolo, ma stimo che applicare il metodo che propongo richieda di 3-5 anni di impegno. Ce da andare a cambiare le fondamenta della nostra esistenza.
Il podcast è per gli ascoltatori, ma il lavoro che ce dietro è per me, ed è l’attività di meditazione più profonda che abbia mai fatto, è un processo spirituale, mi toglie un pezzettino di me ogni episodio, e lo sostituisce con un pezzettino nuovo, ma non subito serve del tempo. Mi ha completamente cambiato l’identità farlo e di conseguenza è cambiata la mia realtà.
Ad oggi vivo dove voglio, faccio quello che voglio e sto con le persone che voglio. E ci son riuscito applicando quello che troverete nel libro, ma voglio essere molto chiaro e trasparente, è stato un processo doloroso, lungo, e molto difficile, e lo sarà anche per chiunque decida di costruire la zattera.
Non entro nel dettaglio di quello che ho scritto oggi, è stato per me molto difficile rileggerlo, come mi succede coi podcast una volta fatto non voglio risentirlo più, è come se non fosse più mio.
7 COLPI DI MACHETE è un viaggio personale e interiore, i principi che servono per farci spazio nella vita sono pochi e sono semplici, ma applicarli è terribilmente difficile, se lo fai qualcosa ti succede per forza.
Il libro oggi si può pre-ordinare, se andate in libreria e vi fate una passeggiate vi arriva prima che su Amazon, qualche giorno prima, e poi almeno prendete un pò d’aria quindi andate dal vostro libraio di fiducia a ordinarlo se siete interessati, altrimenti ce sempre il caro Amazon, ma sapete qual’ la differenza, la stessa del libro, io non voglio che ve lo portino, ma che ve lo andate a prendere e iniziate da questo piccolo gesto di uscire di casa e andarci voi.
Vi do due date sarò a Bologna il 15 giugno al web marketing festival a presentare il libro e poi a Milano il 26 giugno e vi farò sapere dove e quando al più presto, spero tantissimo di conoscere qualche ascoltatore del podcast, inoltre farò un evento online dove vi inviterò tutti per farci una chiacchierata insieme in merito al libro
7 colpi di machete, editore TreFoglie, vi saluto con la speranza che vi possa dare gli strumenti per imbarcarvi nel vostro viaggio personale. Con me lo ha fatto
Grazie

Thursday May 30, 2024
In Crescita - Luca Sadurny #89
Thursday May 30, 2024
Thursday May 30, 2024
EPISODIO 89- IN CRESCITA - LUCA SADURNY
Finalmente puoi ordinare il mio libro - 7 COLPI DI MACHETE https://www.amazon.it/Sette-colpi-di-machete/dp/B0CN8HYRT3/
SITO: www.libriperilsuccesso.com
COACHING: https://libriperilsuccesso.com/migliora/
Trascrizione del podcast
Ero in Polonia durante i tempi dell’università, che ho svolto a Varsavia, non chiedetemi perché, non saprei rispondere, ma li piantai il mio seme.
Una sera un caro amico toscano mi diede una chiavetta usb, al suo interno cerano circa 200 libri in pdf di psicologia, di linguaggio del corpo, di vendita, di gestione del tempo, di gestione delle emozioni e chi più ne ha più ne metta, e lui mi disse, qui trovi le tecniche, cosi le chiamava.
In quel periodo io delle tecniche me ne sbattevo le palle, pensavo solo a divertirmi. Ma un giorno, dato che fuori cerano meno 15 gradi, mi misi al pc e cominciai a sfogliare questi pdf e ne rimasi folgorato, avevo 21 anni. Iniziai a girovagare per questi testi senza una bussola e leggevo un pò di uno e un pò di un altro fino a rendermi conto che quello era un vero e proprio tesoro, vi parlo di 20 anni fa, il mondo era un pò diverso, non erano così accessibili quelle informazioni oggi ce un boom, sono veramente troppe.
Al che sfruttai alcune di quelle tecniche, mi ricordo benissimo che andavamo in giro io e Giorgio, questo caro amico, a provare le tecniche tratte dai libri, studiavi qualcosa e la mettevi in pratica, se poi aggiungiamo il fatto che ero pressoché sempre mezzo ubriaco e privo di ogni tipo di blocco emotivo, imparai tantissimo
Ho perso quell’USB, ma fu una vera e propria manna dal cielo per me.
E allora oggi scopriamo un testo che può prendere il posto della mia famosa chiavetta e dare a chiunque abbia voglia di cominciare un percorso, un punto di partenza, una piattaforma che include un grande numero di argomenti spiegati in maniera precisa, schematica, citando le fonti, cosa che pochi fanno, e che permette a chiunque di avere una specie di opera omnia che includa la maggior parte degli argomenti che entrano nella categoria della crescita e del miglioramento personale, ma il libro serve anche tanto a chi come me vuole costantemente trovare spunti, e idee nuove per esplorare argomenti e come detto tecniche
Il libro è stato scritto da Luca Sadurny. Luca ha un blog e un podcast che parla di crescita personale, e luca ha letto centinaia di libri, come me. Mi sento molto in sintonia con lui, spesso parliamo ed è nata una bella amicizia.
Ora trovo estremamente importante trasmettere che se tu oggi cominci e leggi un quantitativo enorme di libri su questi argomenti, qualcosa ti succede per forza, è successo a Luca che ha sfornato questo libro intitolato IN CRESCITA, 52 appuntamenti per diventare la miglior versione di te, siamo all’episodio 89 di Libri per il successo, un podcast di Davide Mastrosimone, mi trovate sul sito www.libriperilsuccesso.com
Due cose che mi piacciono già solo dal titolo e dal sottotitolo che vi possono far capire che luca ha acquisito una certa consapevolezza di quello che ha scritto e quello che cerca di trasmettere. Innanzi tutto il titolo è qualcosa che è in movimento, in crescita, è un moto continuo, non ha una fine, è un processo, è un percorso, non arrivi mai.
E la seconda sta nel sottotitolo e nella struttura del libro, Luca propone 52 settimane per leggerlo, un capitolo a settimana, quindi nessuna formula magica nessuna pillola miracolosa, solo per iniziare il percorso e affrontare i vari argomenti per poi andare a comprendere e decidere quale approfondire l’autore propone almeno un anno di lavoro. Sti cazzi.
Dunque ho scelto alcuni dei 52 capitoli di Luca che mi hanno colpito particolarmente e condivido alcuni spunti con voi
Ci sta un ascoltatore Alberto si chiama, a lui piace quando faccio il francese me lo scrive sempre quindi dedichiamoglielo
Numero 1
Iniziamo dal capitolo dove viene spiegato con intelligente semplicità il concetto di Ikigai, questa parola giapponese ormai sulla bocca di tutti, cosa vuol dire?
Iki significa vivere, gai ragione, la ragione della tua vita, lo scopo della tua vita, perché ti alzi la mattina, ognuno di noi secondo i giapponesi ha un ikigai, ma come si fa a trovarlo?
L’ikigai si trova all’incrocio di 4 aree fondamentali, e l’esercizio è il seguente, prendete un quaderno e scrivete con estrema precisione e onestà
Cosa ti piace fare?
Cosa sei bravo a fare?
Di cosa hanno bisogno le persone?
Per cosa sarebbero disposte a pagarti?
Sono domande molto profonde, cosa ci piace spesso non coincide con cosa sappiamo fare, e ancora più difficili sarebbe che coincidesse con quello che la gente ha bisogno e che è pure disposta a pagartelo, eccolo ho fatto quattro grossi cerchi, dentro ci ho messo delle liste, cosa mi piace fare, fare il podcast, vendere, fare un cazzo, si l ho scritto mi piace, mi piace tantissimo, sono onesto a me piace fare un cazzo, l’ozio è importante per la creatività ( uso sta scusa di solito) però difficilmente il mondo ha bisogno di quello ne me lo pagherebbero
Fatto sta che l’IKIGAI lo trovi quando una di queste azioni sta nei 4 cerchi
La vendita per quanto mi riguarda fa convergere i 4 cerchi, mi piace, lo so fare, la gente ne ha bisogno se no mica comprerebbero quello che faccio e son disposti a pagarmi, ecco col podcast ancora mi manca un pò, pero mi piacerebbe
Per esempio Luca è il fondatore di un azienda che si chiama mosalingua. Lui da sempre adorava le lingue, ne parla diverse, era pure bravo a impararle e ha capito che insegnarle poteva avere un pubblico di persone disposte a uno scambio per imparare, e nel suo caso ha trovato anche lui un attività che sta nei 4 cerchi
È un esercizio molto importante perché se trovi quelle due o tre attività che fanno convergere i 4 cerchi, non ti rimane da chiederti -che stai aspettando a farlo
Nel libro di luca in 4 pagine spiega quello che i soliti libri di crescita personale infilano in duecento pagine
Provate a trovare il vostro ikigai, è un esercizio meraviglioso
Un altro capitolo del libro che ho trovato stimolante riguarda la forza di volontà, come allenarla e gestirla. Perché è come un muscolo, ma come tutti i muscoli se viene stimolato troppo tende a stancarsi. Per tanto ci sono alcune accortezze e strategie per gestirla al meglio.
Ce un interessante studio che cita il libro, e mi ci sono completamente identificato in questo periodo molto intenso della mia vita, tanti cambiamenti, tante decisioni da prendere, e tanta stanchezza sia mentale che fisica, perché prendere decisioni stanca ed esaurisce la forza di volontà e questo ritardo che ho nel podcast di maggio è dovuto a tutta una serie di vicissitudini personali che mi hanno completamente abbattuto e sfinito, tanto che non avevo ancora trovato la forza di mettermi a sedere e fare una buona sessione di lavoro.
Prendere decisioni è un attività che va a drenare la stessa riserva di energie da dove solitamente attingiamo per trovare la forza di volontà, per quello certi personaggi di alto livello tendono a limitare al minimo certe decisioni quotidiane
Ce un aneddoto sul presidente Barak Obama, cito le sue parole- Vedi, indosso solo vestiti grigi o blu, non voglio prendere decisioni su quello che mangio o indosso perché ho tante altre decisioni da prendere.
Parecchi anni fa Amazon trovai una super offerta per comprare uno stock di 40 mutande, tutte uguali, la marca era spettacolare, Pierre Calvini, quindi penso un mix tra Pierre Cardene e Calvin Klein, era bellissimo mi svegliavo, andavo in doccia e poi era facilissimo scegliere le mutande, erano tutte uguali. Fu uno dei periodi più spensierati della mia vita. Anche se mi prendevano per il culo.
Tuttavia limitare al massimo certe decisioni quotidiane e renderle meccaniche ha un valore, ti permette di evitare perdite di tempo, e di preservare quell’energia che possiamo usare in modi diversi
cosa mi metto oggi? Cosa cucino? Cosa mi vedo su Netflix, io non lo uso tanto ma le volte che ci ho messo mano passavo più tempo a decidere cosa guardare che a guardarlo, mi pare che il fondatore di Facebook si metta sempre lo stesso tipo di maglietta e non passa un quarto d’ora a decidere cosa mettersi.
Un’altra strategia di questo capitolo è quella di trovare delle finestre all’interno della giornata dove sapete di essere predisposti alla concentrazione massima, ce chi lo fa appena sveglio, o chi alla fine della giornata o chi nel mezzo, ognuno ha la sua vita ma un’oretta di tempo per voi per i vostro progetti trovatela, e fate in modo che sia protetta dalle distrazioni, concentrarsi al giorno d’oggi è diventato un super potere, non ci si riesce più.
Un altro capitolo che mi ha catturato riguarda la scelta delle priorità, e ve lo dice uno che sti ultimi mesi si è trovato completamente infognato, ho detto troppe volte di si e troppe poche di no, ahimè
Quanti di noi hanno la sensazione di avere troppa carne al fuoco, una volta un mio caro amico che è un maestro delle grigliate mi diede una grande lezione, disse che ogni bistecca (. Io ne mangio) va cucinata con cura come nella vita, uno strato alla volta e disse, mica puoi metterne troppe, se no che fai cucini una bistecca sopra un’altra bistecca, lo spazio è della griglia è limitato. Eppure noi, io per lo meno, metto le bistecche a cucinare sopra le bistecche, sperando che poi un giorno finalmente avrò lo spazio e la pace per gestire meglio i miei progetti e quello che mi succede, cazzate, non lo faccio mai.
Perché mentre cucino una bistecca ne metto un’altra sopra e viene fuori uno schifo. Più procedi nella vita più aumentano gli impegni e le responsabilità e finisci per sacrificare la qualità, le relazioni, quello che importa viene inondato da quello che non importa e non è sostenibile.
Una strategia, nel libro usa un acronimo, M.I.T, most important thing, la cosa più importante, ecco trovane un massimo di 3 al giorno cerca di avere chiaro di cosa si tratta e falle il prima possibile, poi il resto della giornata è una discesa. Per esempio se hai un progetto personale inserisci un azione in merito a quello, se hai famiglia sai che devi attenerti a una serie di responsabilità e dedicare del tempo di qualità a moglie marito e figli e famiglia in generale, aiutare mio figlio a fare i compiti, cucinare per mia moglie, scrivere dieci pagine del mio libro, per esempio queste potrebbero essere le tre M.I.T, ognuno ha le sue ma non lasciate che gli eventi decidano il corso della vostra giornata almeno 3 cose importanti per voi, fatele e fatele il prima possibile. Perché sono quelle che contano e determinano la qualità della vostra vita.
Come detto ci sono 52 capitoli pieni di argomenti, fonti ed esercizi quindi è pressoché impossibile affrontarli tutti, io si li ho letti e sfogliati per constatare la chiarezza e precisione con la quale vengono esposti e vi invito a farlo
Vi lascio un ultimo capitolo che mi è piaciuto tantissimo per la sfaccettatura scientifica e precisa che aveva, e riguarda il respiro, la respirazione, io appena finisco il podcast mi rollo una sigaretta, ma sono consapevole dell’importanza che ha respirare e certe tecniche di respirazione sono potentissime.
Respiriamo 25 mila volte al giorno, e quasi ogni respiro è pressoché involontario e meccanico, eppure è una delle poche attività del corpo che possiamo controllare, non puoi controllare il cuore che batte, ma si come respiri. E questo ha un impatto sulla qualità della tua vita. Per esempio sul sonno, sui livelli di energia, sull’umore sullo stress sulle emozioni e anche sulla concentrazione.
E bastano pochi minuti al giorno, 5-10 dove potremmo applichiamo esercizi di respirazione mirati al benessere, quasi nessuno lo fa. E la respirazione controllata è più facile che la meditazione per esempio, tu vuoi un momento per te stesso di ripristino e meglio che fai 5 minuti di respirazione piuttosto che di meditazione perché amici tenere a bada i pensieri è molto più complicato che controllare il respiro
Prima di vedere un paio di esercizi ce da comprendere alcuni principi basilari, per esempio respirare dal naso e non dalla bocca permette di estrarre molto più ossigeno, un 10%, 20% in più, riscalda l’aria prima che raggiunga i polmoni e e ci espone a meno infezioni
Tra l’altro ce pure uno studio fatto coi topi che pare che i topi che respiravano con la bocca e che avevano le narici tappate sviluppavano meno cellule cerebrali e impiegavano il doppio per uscire da un labirinto rispetto quelli che respiravano dal naso, impatta l’intelligenza.
Ma basta vedere uno sta sempre con la bocca aperta non da un impressione di sveltezza mentale, rispetto uno che ce l’ha chiusa.
Devo smettere di fumare cazzo
Un altro principio è Rallentare il respiro, tenete a mente questi numeri, idealmente dovremmo inspirare 5,5 secondi e espirare 5,5 secondi, la respirazione ottimale secondo alcuni studi che cita il libro dovrebbe essere di 6 respiri al minuto se fai cosi, i conti tornano
Quindi respirare dal naso e respirare più piano, se magari non vuoi metterti a fare esercizi pratici 5 minuti al giorno per lo meno applica queste due regole, facciamone uno che ho trovato piacevole, è si perché li ho provati tutti
E ce ne una che uso spesso soprattuto prima di fare qualcosa che mi fa paura, io per esempio mi caco sotto a parlare in pubblico, non è che mi entusiasmi sono un tipo schivo faccio un podcast non dei video, sto più a mio agio dietro le quinte, fatto sta che capita e sta capitando troppo spesso, uso una tecnica che anche il libro mostra si chiama sospiro fisiologico e serve a ridurre lo stress, e migliorare l’umore me la insegnò un amico argentino, non ve posso dire per cosa la usava lui, è semplice si applica in questo modo, ti siedi, ti rilassi un attimo e poi inspiri due volte velocemente e butti l’aria fuori molto lentamente, fallo 10 volte, fallo bene, con me ha degli effetti pressoché immediati.
Vi ho raccontato 3 capitoli di 52 che ne ha il libro, ognuno di questi capitoli ha una parte pratica e trovo di grande valore lo sforzo di Luca Sadurny nel comporre questo testo, ognuno di noi ha due versioni, chi siamo oggi, che dipende da dove siamo nati, dall’ambiente, dai genitori la scuola gli amici i parenti il lavoro i colleghi, tutta quella serie di credenze di idee che ci siamo messi in testa su chi siamo, ma poi abbiamo un altra versione, che è chi potremmo essere, chi potremmo diventare, e li amici miei tanto dipende da cosa fate, dipende da voi, dallo sforzo, dal sudore, dal sangue, dalla voglia, dalla grinta, e dal fatto di credere di poter diventare migliori, di poter crescere e quello è un percorso lungo, impervio estremamente doloroso, ma la buona notizia è che dipende da voi, Grazie

Tuesday Apr 30, 2024
How Will You Measure Your Life - Clayton M. Christensen #88
Tuesday Apr 30, 2024
Tuesday Apr 30, 2024
EPISODIO 88- HOW WILL YOU MEASURE YOUR LIFE - CLAYTON CHRISTENSEN
SITO: www.libriperilsuccesso.com
COACHING: https://libriperilsuccesso.com/migliora/
Trascrizione ( molto approssimativa) del podcast
Come fai a sapere se stai andando bene, se stai andando male, o se stai andando a fanculo?
Che domande ti fai per capirlo?
Se tu potessi fare una previsione di come andrà la tua vita nei prossimi 6 mesi prova a pensare a questo, se vivi i prossimi 6 mesi come gli ultimi 30 giorni, come sarebbe la tua vita? Una proiezione la puoi fare
misurare il successo e il profitto in un azienda è qualcosa di molto studiato, ci sono modelli, teorie, indicatori precisi, ma come si misura la vita di una persona?
Uno degli esperti in questo campo è l’autore del libro di oggi, Clayton Christensen, questo è un genio, ha inventato il concetto di disruptive innovation, un azienda, un prodotto, un servizio, che entra in gioco e distrugge completamente il mercato e quello che tutti pensavano fosse impossibile, succede, ricordate Blockbuster, entra in gioco netflix, disruptive innovation. Blookbuster va a farsi fottere, questo vuol dire.
Questo è libri per il successo, crescita personale da strada, un podcast di Davide Mastrosimone e siamo all’appuntamento 88, il secondo di Aprile. Il titolo del libro dal quale prendiamo spunto è How Will you Mesure your life? Che è appunto la domanda che ci facciamo nel podcast di oggi, come misuri la tua vita?
Piccola parentesi, iscrivetevi alla newsletter del sito, che questo mese di maggio sto lavorando per modificarlo, il libro che ho scritto uscirà preso, tra circa un mese, ma nelle prossime settimane vi manderò delle informazioni sulle prime date delle presentazioni, su quando farò un piccolo evento online per salutarvi e raccontavi un pò del libro, l’evento sarò gratuito come lo saranno le presentazioni del libro, la prima è a Bologna la seconda a Milano, ma per date e luoghi mi serve ancora un po di tempo e ve lo comunicherò attraverso la newsletter che inizierò a curare personalmente dal mese di maggio, quindi iscrivetevi perché ci saranno delle una sorpresine per voi.
Clayton Christensen ha utilizzato le teorie che applica alle aziende e la loro analisi alla vita delle persone per aiutarci ad avere delle linee guida per vivere una vita alla ricerca della felicità e della gratificazione personale.
Secondo l’autore la vita va misurate all’interno di due categorie, trovare la attraverso la carriera e attraverso le relazioni. I messaggi di questo podcast sono pochi ma estremamente preziosi, semplici da capire difficili da mettere in pratica.
Iniziamo dalla carriera.
Se chiedi a un bambino cosa vuole fare da grande ti dirà l’astronauta, lo sportivo il cantante e via dicendo, ecco alcuni, pochissimi si mettono questa immagine in testa fin da piccoli e la rincorrono per tutta la vita, ma la maggior parte di noi, e mi ci includo ovviamente, studia qualcosa, sceglie un lavoro e non sa ne perché ha studiato quello che ha studiato ne come è finito a fare quello che fa.
Poi a un certo punto si adagia, si mette comodo e passano 20 anni, perché è molto più facile adeguarsi al livello degli standard piuttosto che elevarsi al livello degli obiettivi che uno si pone.
Inizia a pensare che è impossibile vivere di ciò che si ama, o amare ciò che si fa. La maggior parte di noi non sa cosa ama, ne cosa vuole fare. Diventa tutto molto apatico.
La carriera, il lavoro è una parte enorme della nostra vita, pressoché dai 20/25 anni ai 65-70, e trovare una soddisfazione personale in quello che si fa è critico per la nostra serenità, pace, felicità.
Sapete la professione ci permette di avere una gratificazione immediata, una dose di dopamina che poi andiamo a ricercare costantemente, immaginati una promozione, una vendita, una riunione andata bene, una mail di riconoscimento, sono tutte scosse che ci piacciono, nel lavoro questo accade in maniera misurabile, e spesso frequente per questa ragione molti si identificano e si buttano nella carriera, per ricercare questa dose di gratificazione pressoché immediata e ne cercano sempre di più, ne vogliono sempre di più, come una droga.
Quindi diventa una rincorsa infinita, dici a te stesso quando arrivo a questo punto sarò felice, ma poi non lo sei, ne vuoi ancora. Ne vuoi di più, e non sei mai felice.
Quasi tutti si fanno le domande sbagliata all’ora di scegliere un lavoro, usano dei criteri limitati, due per l’esattezza, denaro e posizione sociale, se mi danno 40k me ne vado…se non mi alzano 5k in più lo stipendio abbandono e cerco altro…se non mi fanno managing director mando tutti a fanculo, ce addirittura un termine bellissimo in spagnolo per descrivere questo atteggiamento, la titulitis, parola che descrive l’ossessione verso i titoli, i ruoli, e queste aspirazioni portano secondo gli studi dell’autore a non trovare mai un limite un appiglio finale e dire sono soddisfatto, perché molti degli obiettivi economici o dei titoli che una volta crediamo che ci avrebbero reso felici sono oggi il passato o vecchi obiettivi ai quali manco pensiamo più perché siamo troppo indaffarati al prossimo step salariale o al prossimo titolo, ebbene i soldi sono importanti, eccome, vivere dignitosamente è un diritto che tutti dovremmo andarci a prendere, ma se vuoi sentire una gratificazione piena e quella voglia di andare a svolgere il tuo lavoro con passione, è necessario farti domande diverse, misurare la tua carriera professionale con dei criteri differenti, per esempio, questo lavoro ha un senso, un significato per me, mi permette di imparare, di migliorare, di crescere, mi darà la possibilità di avere delle responsabilità, mi permette di aiutare chi mi sta affianco, di migliorarlo.
E qui sta il primo messaggio, lo stipendio e il ruolo, sono fattori che ti portano a mantere un lavoro, a non lasciarlo, ma non sono fattori che te lo fanno piacere, che ti portano ad essere felice, se guadagni tanto e hai uno status finisci per tenerti il lavoro che hai nonostante lo stress, i sacrifici, la stanchezza, l’irritazione e tutto il tempo extra che ci metti togliendolo ai tuoi cari, alla tua famiglia ma soprattutto a te stesso. Il lavoro in questo caso diventa una prigione dorata, ma è sempre una prigione. Quindi, scegli un lavoro non solamente con le metriche dello stipendio e del ruolo, se vuoi soddisfazione scegline uno che ti dia responsabilità e ti migliori.
Nelle relazioni è più complessa la situazione, la gratificazione è più lenta e spesso impercettibile. Capisci che hai una relazione sentimentale che funziona quando stai male e quando affronti delle sfide difficilissime e affianco hai una persona che è li, per ascoltarti per aiutarti, per darti un rifugio, ma potrebbero volerci 10 anni per capirlo. Poi ti fermi guardi la tua compagna o compagno e dici, quante ne abbiamo passate e superate insieme, capisci chi è un amico vero solo quando sei nella merda e dopo 15 anni di relazioni con decine di persone è solo uno a chiamarti e dirti, come posso aiutarti, comprendi il lavoro che hai fatto con un figlio magari solo quando ha 25 anni, solo allora hai una gratificazione e un senso di soddisfazione, ma è pressoché impossibile nelle relazioni interpersonali avere la stessa immediatezza, la stessa sensazione di gratificazione istantanea che si può avere nel lavoro, per tanto molte persone si buttano sulla carriera, tralasciando quello che realmente importa, se pensi alla tua vita ai tuoi prossimi 30 anni, sono le relazioni che danno il valore più profondo e più trascendentale alla tua esistenza, non il lavoro.
Pensate tra l’altro che un lavoro, una carriera ci tiene sempre su di giri, una sfida dopo l’altra un ostacolo dopo l’altro, mentre si da per scontato una relazione, ma si tanto mia moglie, mio marito, mio fratello ce sempre, e non lavoriamo per alimentarle, e qui viene un punto importante, le relazioni vanno coltivate, necessitano della nostra attenzione, costante. Perché chi vi ama, non vi chiede niente, non chiede il vostro tempo, non chiede che vi ricordiate i compleanni e gli anniversari, non chiede di essere ascoltato, e finiamo per non dare a queste persone care quello che si meritano, il fatto che non lo chiedano non vuol dire che non abbiano bisogno.
Alimentate, coltivate, nutrite le vostre relazioni e non datele per scontate. Paradossalmente le vostre relazioni personali hanno bisogno di un attenzione costante anche se non sembra essere così.
E vi do una brutta notizia, abbiamo la tendenza a pensare che il tempo con la famiglia sia infinito, che possiamo rimandare e rimandare tutte le volte che vogliamo appuntamenti importanti ma non è cosi. Dici a te stesso, dai finisco questo progetto poi organizzo qualcosa in famiglia, questo week end devo lavorare, o sono troppo stanco per andare cena fuori anche se lo avevamo organizzato, e cosi via, dai settimana prossima, mese prossimo, e poi passano gli anni e non fai più un cazzo
Fai quello che serve per dare il tuo tempo, la tua attenzione e la tua presenza alle persone care, perché quel giorno che dici che lo farai, non arriva, fallo adesso. Non si vive di intenzioni, ma di azione, non basta la buona volontà e la voglia di fare qualcosa serve farla per davvero.
Le case si costruiscono con l’azione, puoi portare il cemento, il Carton gesso, i cavi i tubi tutto quello che serve lo porti al cantiere, ma se non ti metti a costruire la casa non viene fuori. Cè una famosa frase cinese che dice. Sapere e non fare, in realtà è come non sapere
Tutti sappiamo cosa è importante fare, lo sappiamo, ma non lo vogliamo fare, Tu sai che fumare fa male ma se non smetti è come se non lo sapessi, non vuoi smettere, sai che andare in palestra serve, ma se non la fai e come se non lo sapessi, non vuoi andare. Quello che serve per cambiare lo sai, quindi fallo.
È più importante una giornata al parco con la tua famiglia o una promozione?
è più importante ricordarti il compleanno di tua moglie o l’anniversario o chiudere una vendita, è più importante un ora con vostro figlio a fare i compiti a casa o proporre un progetto ai tuoi capi?
Vogliamo tutto certamente, ma serve calibrare le priorità. Serve presenza, non stare con tuo figlio se hai in testa la mail che devi mandare lunedì mattina, non stare a cena con tuo marito o tua moglie se pensi alla presentazione che devi fare al cliente. Ma vaffanculo al cliente, presenza, stai con la testa, con i pensieri, con la mente, nello stesso posto dove sta il corpo, quella è la presenza.
Coltiva le tue relazioni ogni giorno, chiedi a tua moglie, a tuo marito, ai tuoi figli, che cosa si aspettano da te, quali sono le tue mansioni in famiglia, ce l hai chiaro? Se così non fosse chiariscilo subito. Nel libro lo chiama Jobs to be done, i lavori da fare, qual’è il tuo lavoro nelle relazioni, che mansioni hai, quali sono i tuoi target i tuoi obiettivi, anche nella vita familiare puoi impostare una serie di attività e obiettivi come lo faresti nel lavoro, perché quello è il lavoro più complicato ma più gratificante che hai tra le mani. Chiedi a tua moglie cosa ti aspetti da me? O a tuo marito. L’autore del libro espone 4 principali mansioni i una relazione
Primo- spendere parole di conforto, approvazione, di supporto, se il tuo partner deve fare qualcosa di importante digli oggi sarai stupendo, lo farai benissimo, supporta la tua famiglia con frasi e affermazioni, dillo a tua moglie che è bellissima quando torna dal parrucchiere, di a tuo marito che braccio quando torna dalla palestra, e caricatevi un pò l’uno con l’altro, perché se no chi lo fa
Secondo- collabora, è bello preparare una cena quando il tuo partner torna tardi dal lavoro, fai le faccende domestiche, dividetele collaborate
Terzo- fai regali, ricordati anniversari, compleanni, momenti speciali, servono, un week end di relax, organizza una vacanza, una cena speciale in un posto speciale, porta dei fiori, chiama, scrivi, fallo sempre
Quarto- tempo di qualità, presenza, se quell’ora è per tuo figlio, non ce cliente capo mail che tenga, quell’ora del sabato è per tuo figlio, quella cena romantica del venerdì si fa, e si spegne il telefono, quella domenica al mese che passi con i tuoi genitori il telefono lo lasci a casa
Quinto- contatto fisico, abbraccia, bacia tocca, tocca chi ami, fai un massaggio è fondamentale
Per misurare la tua vita fai questo esercizio prendi una giornata di 24 ore e la smonti in blocchi, dormo 8 ore, delle 16 che rimangono ne passo 10 per il lavoro, 8 in ufficio 2 per andarci, delle 6 che mancano 2 faccio affari di casa, spesa sistemo lavatrici che ne so, un paio d’ore per la cena etcc etcc, spezza la giornata, analizzala, la tua vita non è quello che dici ma è rappresentata da come utilizzi il tuo tempo, come utilizzi il tuo tempo ti da tutte le risposte di come sarà la tua vita tra sei mesi, per tanto comincia ad architettare e disegnare un programma della tua vita dove sono presenti alcuni momenti cruciali con te stesso e con la tua famiglia, dove esiste una barriera protettiva del tuo tempo per dedicarlo a ciò che per te è importante, e ti permette di migliorare di crescere e di far si che i tuoi cari abbiano la tua presenza massima, perché alla fine è quello che importa di più, con chi condividi il tuo viaggio, non dove vai, ne il viaggio stesso.
Vorrei per tanto consigliarvi questa analisi, prendente un quaderno, scrivete inizialmente quello che fate per poi andare a ragionare su come ricostruirlo, e mantenete questo accordo con voi stessi per un tempo lungo, 6 mesi un anno li noterete i cambi, i miglioramenti, rispetto a quello che avete oggi
Non lasciate che la vostra esistenza sia dettata dal caso, ci sono tantissimi aspetti che potete controllare, e misurare, se non misuri la tua vita secondo i tuoi principi secondo la tua integrità allora non puoi chiamarla tua, perché non lo è
E una volta che prendi questo accordo, applica una regola bellissima del libro che dice è più facile essere integro al 100% che al 98%, una volta che hai deciso i tuoi principi come distribuisci il tuo tempo, non scendere a patti Rispetta al 100% il tuo disegno di vita.
Alla fine le metriche più importanti della tua vita, sono gli anni che passi col tuo partner, i valori che trasmetti ai tuoi figli, gli amici che vengono in tuo soccorso quando ne hai bisogno, il lavoro è importante, la carriera pure, ma niente può prendere il posto di quello che sono le relazioni personali, e spesso, troppo spesso, ce ne dimentichiamo
Grazie

Title
This is the description area. You can write an introduction or add anything you want to tell your audience. This can help listeners better understand your podcast.